Peperonata light con peperoni rossi, cipolla di tropea e pomodori datterini

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Con questo post vorrei sfatare il mito che la peperonata sia un piatto pesantissimo, indigesto o che fa ingrassare. Infatti tutto dipende dalla qualità degli ingredienti scelti, dalla quantità di olio utilizzato e dal procedimento di cottura. Innanzi tutto scegliete dei peperoni molto rossi (tutti rossi, non striati di verde o di giallo) in quanto essendo più maturi sono più dolci e digeribili rispetto a quelli verdi o gialli. Certo ci sono persone che proprio non riescono a digerire nessun tipo di peperone a prescindere dal modo in cui viene cucinato… e vabbé quei casi forse sono irrecuperabili (anche se io proverei a introdurre piccole quantità a poco a poco, meglio se crudi a cubetti nelle insalate). In secondo luogo preferite le cipolle rosse di tropea a quelle classiche dorate, che sono più dure e un po’ più indigeste, e infine riducete al minimo la quantità di olio utilizzato, aggiungendo un goccio d’acqua in modo che le verdure macerino nel proprio sughetto e non vengano fritte nell’olio.
In Sicilia la peperonata è leggermente agrodolce e si gusta a temperatura ambiente (alcuni addirittura la preferiscono fredda), ma è buona anche senza l’effetto agrodolce, semplicemente aromatizzata con un po’ di origano, timo o basilico fresco.

Ingredienti per 4 persone (come contorno) IMG_6925
500 g peperone rosso e dolce pesato pulito
250 cipolla rossa di Tropea pesata pulita
250 pomodorini datterini
2 cucchiai d’olio EVO
2 cucchiaini rasi di zucchero di canna integrale (opzionale ma consigliato)
2 cucchiaini di aceto di mele (opzionale ma consigliato)
origano, timo, prezzemolo o basilico (opzionali)

Affettate sottilmente la cipolla e stufatela lentamente con l’olio EVO e un pizzico di sale in una padella antiaderente con coperchio e con il fuoco al minimo. Nel frattempo tagliate il peperone a striscioline sempre piuttosto sottili e quando le cipolle si sono ammorbidite unitelo nella padella con un altro pizzico di sale e lasciando insaporire per un minutino. Quindi versate un dito d’acqua, coprite e lasciate cuocere sempre con il fuoco al minimo per circa 20 minuti. Se si dovessero asciugare troppo unite un altro goccio d’acqua ma attenzione perché alla fine le verdure dovranno essere piuttosto asciutte e non brodose. Quando il sughino si è asciugato e le verdure sono già molto morbide (ma non sfatte) aggiungete i pomodorini tagliati a fettine, coprite e lasciate cuocere altri 10 minuti. Se a cottura ultimata dovesse esserci troppo sugo togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate asciugare. Unite infine lo zucchero e l’aceto, mescolate e spegnete subito il fuoco. Lasciate intiepidire e gustate a temperatura ambiente guarnendo a piacere con erbe fresche.
PS: nella foto che vedete sopra l’ho servita come contorno ad un secondo piatto di mini-burger di ceci e peperoni al timo (la ricetta dei burger la trovate sul libro “Bimbo Sano Vegano – Guida facile per mamma e bambino”, edito da Mondadori, di cui sono coautrice per la parte relativa ai consigli di cucina e alle ricette)

Gazpacho di pomodoro, pesca e cetriolo profumato al basilico

gazpacho pesca
So che molti dei miei follower preferiscono piatti in genere più “caserecci” e “goderecci”, e di solito le ricette che hanno più successo (almeno in base alla mia esperienza su Facebook) sono quelle più facilmente “riconoscibili”. Ad esempio, se posto ricette di lasagne, cannelloni, burger, salame di cioccolato, crostata alla frutta, nutella ecc. i like piovono a centinaia e abbondano i commenti 🙂 . Se invece mi cimento con preparazioni comunque semplici ma un pochino più ricercate, particolari o inusuali vedo che la gente non apprezza come secondo me dovrebbe… forse non vengono ben capite o magari suscitano diffidenza, almeno questa è la mia impressione, ma sta a voi confermarla o smentirla 😉 Posso solo dirvi che questo gazpacho è veramente ottimo, equilibrato tra l’acido del pomodoro, il dolce della pesca, la freschezza del cetriolo e l’aroma del basilico, perfetto come antipasto leggero per una cena estiva. Provatelo e stupirete i vostri commensali!
PS: se vi piace il gazpacho (io lo adoro!) provate anche la mia versione della ricetta classica di origine spagnola che trovate qui

Ingredienti per 2 persone:
2 pesche noci piccole mediamente mature (250 g circa) 
1 pomodoro bello rosso e molto maturo (150 g circa) 
1 cetriolo 
3 o 4 foglie di basilico
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaio d’olio EVO
sale marino, sale alle erbe, origano secco, pomodorini e fette di pesca per decorare

Ponete le pesche, il pomodoro e il cetriolo in frigo per alcune ore in modo che siano belli freddi. Sbucciate le pesche e pelate il pomodoro (se è molto maturo la pelle verrà via da sola facilmente, altrimenti potete sbollentarlo per pochi secondi in acqua bollente), tagliateli a pezzetti e metteteli nel boccale del minipimer a immersione insieme al cucchiaio d’olio evo, il succo di limone, le foglie di basilico e un paio di prese di sale. Sbucciate il cetriolo e ricavate degli “spaghetti” con un pelapatate dentellato passato per il lungo (un attrezzino piccolo, semplice ed economico che uso di solito per spaghettare gli ortaggi, vedi questo post). Fermatevi quando raggiungete il torsolo interno con i semini. Condite gli “spaghetti” di cetriolo con una spruzzata di sale alle erbe, origano e un goccio d’olio e lasciateli macerare per un paio di minuti. Nel frattempo ponete il torsolo a pezzetti nel boccale del minipimer insieme al resto e frullate tutto fino ad ottenere una crema semiliquida bella liscia e omogenea. Assaggiate per aggiustare eventualmente di sale o limone. Versate il gazpacho nei piatti e ponete al centro un piccolo nido di spaghetti di cetriolo precedentemente scolati dall’acqua di vegetazione che avranno formato. Completate con origano, un filo d’olio evo se vi piace e decorate con pomodorini, fettine di pesca e foglie di basilico. Servite subito.

Fagottini ripieni di carote al timo su crema di piselli all’erba cipollina

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Da un po’ di tempo avevo in casa delle cialde di riso con cui avevo realizzato degli involtini in occasione di una puntata speciale della trasmissione online Socialveg. Per la verità le cialde sarebbero concepite per i tipici involtini primavera della cucina cinese ma, provando a cuocerli al forno anziché friggerli, IMG_6779non mi avevano soddisfatta completamente dal punto di vista della consistenza. Buoni ma non croccanti e friabili come dovrebbero essere… Allora ho pensato che cambiare la forma (oltre che il contenuto) poteva essere una buona idea per una resa migliore e più originale. In questo modo il ripieno del fagottino rimane piacevolmente morbido mentre la parte superiore è croccantissima! Visto che siamo in piena primavera e le mie piante aromatiche in vaso sono rigogliose, ho utilizzato l’erba cipollina e il timo fresco ma potete variare le erbe e gli aromi a piacere in base ai gusti e alla disponibilità. Volendo potete realizzare anche una versione speziata ad esempio con un ripieno al cumino e una salsa alla curcuma… insomma io vi dò l’idea, voi sbizzarritevi pure con la fantasia!
PS: le cialde di riso si trovano solitamente nel reparto etnico dei supermercati piuttosto grandi e ben forniti, altrimenti nei negozi di alimenti etnici.BIMG_6784

Ingredienti per 8 fagottini
8 cialde di riso
300 g carote pesate pulite
2 scalogni
300 g piselli freschi o surgelati
1 mazzetto di erba cipollina (sostituibile con prezzemolo o basilico)
1 mazzettino di timo fresco (sostituibile con origano, maggiorana, salvia…)
olio EVO, sale

– Portate a bollore un po’ d’acqua in un pentolino, salatela e tuffatevi i piselli facendoli bollire senza coperchio fin quando saranno morbidi. Nel frattempo tritate gli scalogni e stufateli in padella con un paio di cucchiai d’olio evo e un pizzico di sale. Quando saranno diventati lucidi unite le carote grattugiate, coprite e lasciate stufare senza aggiungere acqua per pochi minuti, giusto il tempo che si ammorbidiscano. A fine cottura aggiungete le foglioline di timo.
– Quando i piselli saranno cotti frullateli insieme ad un paio di cucchiai d’olio, l’erba cipollina e un po’ della loro acqua di cottura fino ad ottenere una salsa non troppo densa e molto omogenea (consiglio di usare il minipimer a immersione). Tenete in caldo.
– Reidratate le cialde di riso lasciandole per pochi minuti tra due canovacci da cucina puliti, bagnati e strizzati. Io di solito prendo un canovaccio bagnato e strizzato e lo poggio sul tavolo, posiziono sopra due cialde l’una accanto all’altra e ripiego il canovaccio sopra le cialde, poi ne posiziono un’altra da un lato e lo ripiego ancora. In questo modo, piegato in quattro, ogni canovaccio ne può contenere tre. E’ anche possibile bagnare le cialde molto brevemente in una ciotola con acqua ma bisogna stare attentissimi perché non devono essere troppo molli altrimenti si romperanno. Posizionate ogni cialda reidratata su un piatto, mettete al centro una cucchiaiata abbondante di ripieno di carote e chiudete a fagotto stringendo bene il “collo” con le dita eventualmente inumidite per evitare che in forno il fagottino di apra. Disponete i fagottini su una teglia ricoperta di carta forno e infornateli a 200 gradi per 5 minuti. Attenzione perché la parte superiore si colorisce quasi subito, deve colorirsi leggermente e diventare bella croccante ma non bruciata!
– Gustate i fagottini accompagnati dalla salsa ai piselli. Io li ho serviti come antipasto mettendo su ogni piatto un paio di cucchiaiate di salsa e sopra due fagottini a testa, decorando con foglioline di erbe aromatiche e fiori di erba cipollina 🙂

Polpettine di fagioli neri e miglio con maionese di tofu alla curcuma

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Si è svolta lo scorso week end la tredicesima edizione della fiera “Fà la cosa giusta” (vedi in proposito questo post) dove, quest’anno per la prima volta, c’era una vera e propria area vegan con tanto di spazio per presentazioni, conferenze e cooking show. Tra i vari eventi, tutti interessanti, organizzati dalla rivista Funny Vegan, ce n’è stato uno in particolare a cui ho avuto il piacere di partecipare insieme ad alcune amiche food blogger che stimo molto. In pratica una “staffetta” di cooking show di 6 blogger che si sono succeduti “a raffica” nell’arco di un’ ora e mezza circa. Coordinate dalla brava Sonia Giuliodori, direttrice della rivista, che ci ha presentato e introdotto, abbiamo proposto ciascuno la propria ricetta con relativi assaggi… il risultato è stato un bel successo di pubblico e un’esperienza più che positiva per noi, da ripetere sicuramente!
8Questa è la ricetta che ho presentato, realizzata con alcuni dei buoni prodotti della nuova linea biologica di Pam Panorama. Potete sfogliare qui il catalogo, suddiviso per categorie. Le polpette possono essere servite come secondo piatto o piatto unico, IMG_6706accompagnandole con una fresca insalata, oppure si possono realizzare degli sfiziosi finger food, come ho fatto io per gli assaggi che ho offerto al cooking show: basta tagliare una piadina in triangolini (ottima quella di kamut di Pam Panorama), scaldarli leggermente in padella, spalmarli con una generosa dose di maionese di tofu, adagiare sopra una polpettina tiepida e una fogliolina di insalata, tirare su la punta del triangolo e fermare con uno stecchino.

Ingredienti per una trentina di polpette:
200 g fagioli neri secchi (io ho usato quelli bio di Pam Panorama)
1 pezzettino di alga kombu
1 foglia di alloro
100 g miglio  (io ho usato quello bio di Pam Panorama)
100 g carota pesata già pulita
1 scalogno grande o due piccoli
40/50 g pomodori secchi sott’olio
farina di riso (opzionale, da usare solo se l’impasto dovesse essere troppo molle)
olio evo, sale alle erbe, salvia secca (o altre erbe aromatiche a piacere)
Per la maionese di tofu:
360 g tofu al naturale (io ho usato una confezione di quello bio di Pam Panorama)
2 cucchiai di olio evo (io ho usato quello bio di Pam Panorama)
2 cucchiai di tamari (salsa di soia saporita)
2 cucchiai di succo di limone
2 cucchiaini di senape delicata
1 cucchiaino di curcuma (anche di più se piace)

– Mettete a bagno i fagioli con l’alga kombu per circa 20/24 ore, cambiando l’acqua un paio di volte. Quindi scolateli, sciacquateli e cuoceteli per circa un’ora in acqua senza sale con lo stesso pezzetto di alga e la foglia di alloro. Quando sono cotti scolateli bene, rimuovete l’alloro e l’alga e lasciateli sgocciolare per almeno mezz’ora (devono essere molto asciutti), quindi frullateli con un minipimer a immersione in modo da ottenere una purea densa (potete prepararli anche il giorno prima conservandoli in frigo).
– Sciacquate bene il miglio sotto l’acqua corrente in un colino a maglie strette, quindi sgocciolatelo e fatelo tostare per circa un minuto in un pentolino con un cucchiaio d’olio. Poi versate 300 ml di brodo vegetale, coprite e lasciate sobbollire a fuoco molto lento senza mescolare. Dopo 20 minuti circa dovrebbe essere cotto e il brodo asciugato.
– Tritate lo scalogno e fatelo appassire in padella con un paio di cucchiai d’olio e un pizzico di sale, quindi unite la carota grattugiata, coprite e lasciate che si ammorbidisca per pochi minuti, poi aggiungete i pomodori secchi ben strizzati e tagliati a pezzettini piccoli. Fate insaporire ancora un minuto e spegnete il fuoco (il composto deve essere bello asciutto).
– Riunite insieme in una ciotola la purea di fagioli, il miglio cotto, le carote stufate con i pomodori secchi e le la salvia amalgamando bene. Assaggiate e regolate di sale (consiglio vivamente quello alle erbe). Provate a comporre una polpetta con le mani e se l’impasto dovesse essere troppo molle aggiungete eventualmente un po’ di farina di riso (dai 20 ai 50 g), ma considerate che deve restare morbido per evitare che si asciughi troppo in forno. Formate delle piccole polpette leggermente schiacciate (da 25 g circa l’una), eventualmente infarinandovi le mani tra l’una e l’altra. Disponetele su una teglia ricoperta di carta forno e unta d’olio. Spennellate le polpette d’olio anche sopra e infornatele a 200 gradi per 15 minuti circa rigirandole a metà cottura.
– Per la maionese: sbriciolate il tofu grossolanamente nel boccale del minipimer, unite gli altri ingredienti e frullate, aggiungendo un goccio d’acqua o latte di soia al naturale per ottenere una consistenza più morbida. Assaggiate ed eventualmente regolate di tamari, limone e curcuma in base ai gusti.
Servite le polpette con la maionese e una fresca insalata verde (buono il “Gran Mix” bio di Pam Panorama).

Risotto mantecato al sedano rapa con champignon, broccoletti e profumo di limone

IMG_6692Come ho già accennato in questo post, già da tempo sto frequentando i corsi della Joia Academy, ovvero “The Gourmet Vegetarian School” del ristorante Joia di Milano (unico ristorante vegetariano stellato d’Europa, del famoso chef Pietro Leemann). Che dire… 12227179_10207442058185170_5890481962643234465_nun’esperienza fantastica, appagante, istruttiva ed entusiasmante :-). La consiglierei a chi ha la passione per la cucina d’autore, mai banale o “casereccia”, ma ricca di colori e contrasti di gusti e consistenze, insomma quando un piatto non è solo buon cibo ma una piccola opera d’arte, un’esperienza multisensoriale a tutti gli effetti. Gli chef che tengono i corsi sono solitamente gli stessi che lavorano al ristorante, con la direzione didattica del bravo Sauro Ricci, e, oltre che tecnicamente preparati, sono anche molto disponibili e alla mano, insomma dei grandi :-). 12744540_10208042322671407_3330664080691439466_nRealizzare le ricette del Joia tali e quali a casa non è sempre facile, occorre un minimo di abilità tecnica di base e, soprattutto, un po’ di tempo a disposizione. Un piatto si compone in genere di tanti elementi diversi, ognuno con una propria cottura e una lavorazione che a volte prevede diversi passaggi, tempi di riposo ecc. Io ci sto provando, spesso semplificando o personalizzando, ma cercando di conservare sempre l’essenza di ciò che ho imparato. Questo risotto prende sputo da un primo piatto che si chiama L’ombelico del mondo di ispirazione un po’ orientale. Io in questo caso l’ho “occidentalizzato” oltre che semplificato, ma il risultato a mio parere è ugualmente notevole. La mantecatura con purea di sedano rapa e il contrasto dato dal limone e lo sciroppo d’agave danno il tocco di originalità (nella ricetta del Joia c’è anche lo zenzero fresco che però io non amo molto, se vi piace potete aggiungerlo ma attenzione a non esagerare perché rischia di coprire gli altri gusti e diventare dominante), mentre il verde del broccoletto aggiunge colore. Al posto del Carnaroli bianco ho usato un riso integrale Balilla (ma va bene pure l’Originario) i cui chicchi tondi e ricchi di amidi, a mio avviso, hanno una buona resa per i risotti (sulla confezione troverete scritto: “per minestre e timballi”, ma fidatevi, è perfetto anche per i risotti!).

Ingredienti per 3 porzioni medie:
240 g riso integrale Balilla o Originario (a chicco tondo)
1 litro di brodo vegetale dal sapore delicato
1 goccio di vino bianco (facoltativo)
100 g sedano rapa pesato già sbucciato
120 g funghi champignon pesati puliti 
1 piccolo  broccoletto

1/2 limone
1 cucchiaino di sciroppo d’agave
1 mazzettino di timo fresco
olio evo, sale

Sciacquate il riso in un colino sotto l’acqua corrente, scolatelo molto bene e fatelo tostare in una pentola per pochi minuti con un paio di cucchiai d’olio e un pizzico di sale. Sfumate, se volete, con un goccio di vino bianco (non è indispensabile, io ad esempio non l’ho fatto), quindi aggiungete due o tre mestoli del brodo bollente, coprite e lasciate sobbollire a fuoco basso. Di tanto in tanto controllate e quando il brodo si è asciugato aggiungetene altro. Non c’è bisogno di versare il brodo poco per volta e di mescolare continuamente, si può versare anche in 2 o 3 volte e lasciar cuocere il riso con coperchio.
Nel frattempo dedicatevi al condimento: tagliate il sedano rapa a dadini e bollitelo in acqua salata per circa 10 minuti, quindi scolatelo e frullatelo con un cucchiaio d’olio e uno o due cucchiai dell’acqua di cottura tenendo da parte la purea ottenuta che servirà per la mantecatura finale. Lavate e affettate i funghi mettendo da parte qualche fettina che vi servirà per la decorazione finale. Tagliate il resto a dadini piccoli e saltateli in padella per qualche minuto con un cucchiaio d’olio, le foglioline di timo e un pizzico di sale, poi toglieteli dalla padella, aggiungete un goccio d’olio se occorre e cuocete le fettine che avete tenuto da parte, arrostendole da entrambi i lati fin quando diventeranno un po’ croccantine. IMG_6688Ricavate dal broccoletto 60 g di “rapatura” ovvero con un coltellino affilato tagliate via solo la parte superiore più verde, come se doveste solo “tagliare i capelli” al broccolo ;-). Quando mancano pochi minuti al termine di cottura del riso (il bello del riso integrale è che non scuoce facilmente per cui potete prendervela comoda 😉 ) aggiungete prima il broccolo crudo, poi, dopo un minuto, i funghi a dadini, aggiustando eventualmente con poco altro brodo se fosse troppo asciutto. Quando è pronto spegnete il fuoco e mantecate con la purea di sedano rapa aggiungendo anche la scorza del mezzo limone grattugiata, un cucchiaio scarso di succo e lo sciroppo. Assaggiate ed eventualmente aggiustate di sale, quindi impiattate decorando con le fettine di funghi arrostiti.

Biscotti alle nocciole (senza glutine e senza zucchero)

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Un dolce da forno goloso senza glutine e senza zucchero è possibile? Assolutamente sì.  ioAl corso sui dolci senza glutine che ho tenuto presso l’Asilo dei Grandi abbiamo realizzato un buon pane integrale (ricetta qui), dei soffici muffin al cacao con gocce di cioccolato e aroma di arancia, dei pancakes con farina di castagne e questi ottimi biscotti. Croccanti e dolci al punto giusto, la mancanza dello zucchero non si sente per nulla e la nocciola si sposa benissimo con l’aroma della scorza di limone. Se poi volete provare una variante diversa, sostituite le nocciole con le mandorle e la vaniglia con la cannella ma non dimenticate la scorza. Io di solito la metto quasi sempre (alternando magari il limone con l’arancia o il mandarino quando è stagione), trovo che la sua nota fresca e profumata arricchisca di aroma tutti i dolci.

Ingredienti per 24 biscotti circa:
200 g farina di riso
80 g nocciole tostate (sostituibili con mandorle)
40 g farina di mais fioretto
80 g olio di mais
150/160 g sciroppo d’agave (in base al grado di dolcezza che preferite)
10 g lievito naturale per dolci
1/2 cucchiaino vaniglia in polvere (sostituibile con cannella)
scorza di limone bio grattugiata
granella di nocciole (o di mandorle) per decorare

Tritate finemente le nocciole con un mixer, poi unitele alle farine di riso e di mais, il lievito, la vaniglia e la scorza di limone. Mescolate insieme l’olio e lo sciroppo e versateli a poco a poco sul mix di ingredienti secchi impastando con le mani fino a formare una pasta molto morbida, omogenea e unta. Formate delle palline da circa 20 g ciascuna e disponetele su una teglia ricoperta di carta forno appiattendole leggermente con le dita. Spolverizzate ciascun biscotto con poca granella di nocciole e schiacciatela leggermente con le dita per farla aderire. Informate a 175 gradi per 15 minuti circa. Attenzione perché, anche se sopra sembrano cotti al punto giusto, sotto tendono facilmente a bruciarsi. Appena estratti dal forno dovranno essere ancora morbidi, si induriranno raffreddandosi. Quando saranno completamente freddi conservateli ben chiusi in un barattolo di latta o sacchetto di plastica per alimenti.

Burger di lenticchie

burger di lenticchie
Anche quest’anno le vacanze natalizie sono finite e, aggiungerei, poco male visto che di fatto non mi sono riposata granché. Ho infatti approfittato della pausa dai corsi di cucina, dai catering ecc. per lavorare ad un nuovo progetto (e no, non mi stanco mai 😉 ). Non posso ancora dirvi di cosa si tratta ma… non vedo l’ora. Quando sarà il momento lo scoprirete 😛
Ogni tanto trovo anche il tempo di pubblicare qualche ricettina sul blog e, visto che la prossima settimana riprenderanno i miei corsi all’Asilo dei Grandi (che nel frattempo ha creato un bellissimo sito nuovo) e il primo avrà come tema: I LEGUMI, ecco una ricetta di ottimi burger a base di lenticchie. Non sarà una ricetta che insegnerò al corso ovviamente, quelle di solito sono riservate ai partecipanti, ma diciamo che è sulla falsa riga.
Ci sono voluti un paio di tentativi prima di trovare non solo il gusto ma, soprattutto, la consistenza perfetta: croccantini fuori e morbidi dentro, non asciutti e stopposi ma neppure troppo morbidi. Se li provate non comprerete mai più quelli pronti e confezionati!

Ingredienti per 6 burger medi e piuttosto sottili
120 g lenticchie secche piccole
200 g tra cipolla, carota e sedano pesati già puliti
2 foglie di alloro
40 g pomodori secchi
40 g farina di ceci
erbe aromatiche secche: salvia, origano, rosmarino
olio evo, sale

Mettete a bagno le lenticchie per 4 o 6 ore. Poi scolatele dall’acqua di ammollo, sciacquatele e mettetele in un pentolino insieme all’alloro, la carota, il sedano e la cipolla tagliati a pezzettini aggiungendo anche, se possibile, qualche foglia di sedano. Versate 700/800 ml circa d’acqua, coprite e lasciate sobbollire a fuoco lento fin quando le lenticchie e le verdure saranno cotte. A questo punto scolatele molto bene lasciandole sgocciolare per 5 o 10 minuti in un colino, poi mettetele nel bicchiere del minipimer e frullatele insieme ai pomodori secchi sciacquati, ben sgocciolati e tagliati a pezzettini fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete le erbe aromatiche e la farina di ceci amalgamando bene, l’impasto resterà molto morbido. Assaggiate ed eventualmente regolate di sale. Ricoprite una teglia con carta forno, ungetela leggermente d’olio e con l’aiuto di un coppapasta rotondo formate dei burger. Ungeteli anche sopra servendovi di un pennello da cucina e infornate a 200 gradi per circa 15 minuti rigirandoli a metà cottura. Lasciate intiepidire prima di servire insieme ad una fresca insalata o patate al forno.
PS. Si possono accompagnare con maionese veg, sugo di pomodoro, ketchup o una salsina con yogurt di soia al naturale ed erbe fresche (ricetta qui)

Croccante di frutta secca e semi

torrone croccante di mandorle e noccioleAncora un dolce a tema natalizio, ma non aspettatevi da me panettoni e pandori con lavorazioni complesse e lievitazioni lunghissime… non fanno per me 😉 Ecco invece una ricetta semplice e veloce per un dolce leggero, sano, senza glutine e nutriente, ma, a mio avviso, comunque goloso e appagante. Sarà perché adoro la frutta secca (e i semi) in tutti i modi? Gli ingredienti sono pochissimi e il croccante sesamo 2procedimento elementare, ci sono però un paio di accorgimenti importanti da rispettare ad esempio nella cottura dello sciroppo che deve caramellare al punto giusto senza bruciare. Io stessa ho dovuto fare un paio di prove prima di trovare il punto giusto di caramellizzazione. Nelle foto ci sono due versioni, con nocciole e mandorle e con sesamo, ma potete variare la frutta secca a piacere con pistacchi, arachidi al naturale, noci spezzettate e al posto del sesamo potete usare semi misti aggiungendo magari anche uva passa. Io ho preferito lo sciroppo d’agave perché ha un potere dolcificante maggiore rispetto al malto di cereali per cui ne basta meno, ma se volete usare il malto (consiglio di riso o di mais) va bene lo stesso, magari aumentate un po’ la quantità, visto che dolcifica di meno.

Ingredienti 
100 g mandorle pelate
100 g nocciole tostate 
160 g sciroppo d’agave

Fate tostare leggermente le mandorle in forno a 160 gradi per circa 10 minuti (non devono diventare marroni, ma color crema), quindi mescolatele alle nocciole tostate (consiglio di comprarle già tostate, altrimenti, se le comprate solo sgusciate, tostatele voi come per le mandorle). Fate bollire lo sciroppo in un pentolino per circa 15/20 minuti. Inizialmente farà una schiuma bianca che poi diventerà color ambrato e sempre più tendente al marroncino. Capite se è buono quando lasciando cadere una goccia su un piattino si solidifica subito e diventa dura (non deve restare appiccicosa). A questo punto dovete fare tutto molto velocemente in quanto lo sciroppo tende ad induristi subito. Spegnete il fuoco, versate le mandorle e le nocciole nel pentolino, mescolate velocemente e versate subito su un ripiano ricoperto di carta forno. Stendete sopra un altro foglio di carta forno e livellate subito il croccante con un mattarello facendo un po’ di forza in modo da formare uno strato sottile. Staccatelo dalla carta forno solo dopo che si è indurito (una o due ore). Spezzettatelo con le mani prima di servire.
Per il croccante di sesamo il procedimento è uguale: sostituite i 200 g di frutta secca con 200 g di semi di sesamo (io non l’ho fatto ma se volete potete prima tostarlo leggermente in una padella a secco mescolando sempre per pochi minuti, facendo attenzione a non bruciarlo).

Pane senza glutine integrale semplice

pagnottelle senza glutine
Realizzare un buon pane senza glutine con farine integrali e naturali (non con preparati già pronti) è difficile? Evitare la pasta madre (che non è alla portata di tutti), procedimenti complessi, lievitazioni lunghissime e ingredienti difficili da reperire (come la gomma di xantano ecc) è impossibile? Assolutamente no. Nonostante il mio scetticismo iniziale, ho sperimentato che con pochi e semplici ingredienti e in poco tempo si può ottenere un buon pane senza glutine, integrale e salutare. Ci tengo a specificare che si tratta di una versione basica, passibile di miglioramenti e varianti. Ad esempio si potrebbe provare a sostituire la farina di riso integrale con quella di miglio e la farina di grano saraceno con quella di quinoa. Ma anche la fecola di patate (che serve a rendere il pane più morbido) si potrebbe sostituire con maizena o amido di mais. Si potrebbero aggiungere semi di vario tipo nell’impasto e inserire anche un po’ di farina di mais fioretto… insomma le varianti sono tantissime, occorre solo avere tempo e voglia di sperimentare! E cosa c’è di più bello in cucina? 😉 Se qualcuno di voi ci prova fatemi sapere come va ^_^
PS: consiglio di realizzare 6 pagnottelle piccole e non un unico pane non solo per facilitare e velocizzare la cottura, ma anche per semplificarne il consumo e la conservazione.

Ingredienti per 6 pagnottelle da 90/100 g circa ciascuna
200 g farina di riso integrale (si trova nei supermercati bio tipo Naturasì)
100 g farina di grano saraceno
100 g fecola di patate
280 g circa acqua tiepida
10 g sale fino
8 g lievito di birra secco
1 cucchiaino raso di zucchero di canna integrale
semi misti a piacere (opzionali)

Sciogliete il lievito e lo zucchero in un pochino dell’acqua tiepida prevista e aspettate che si formi uno strato di schiuma sopra (indice che il lievito si è attivato). Amalgamate insieme la farina di riso, quella di saraceno e la fecola in una ciotola, poi versate il lievito sciolto e l’acqua rimanente impastando con le mani, infine il sale. L’impasto risulterà molto molle e appiccicoso (non come quello classico per il pane) e non occorre lavorarlo a lungo, basta amalgamarlo bene. Lasciatelo nella stessa ciotola, copritela con un canovaccio leggermente inumidito e una coperta o un telo doppio posizionandolo in un luogo riparato da correnti e possibilmente tiepido della casa (ad esempio vicino al calorifero). Lasciate lievitare per almeno 2 ore, poi riprendete l’impasto, formate 6 palline di egual peso (la pasta si appiccicherà un po’ alle mani, se volete potete infarinarle leggermente ma non troppo per non incorporare troppa farina) e posizionatele in una teglia ricoperta di carta forno. Cospargetele a piacere con i semi schiacciandoli leggermente per farli aderire, quindi coprite la teglia ancora con il canovaccio e la coperta e lasciate lievitare ancora per un’ora. Infornatele a 180 gradi per circa 20 minuti (controllatele perché ogni forno è diverso). Considerate che il colore resterà chiaro tendente al grigiastro, non dorato. Si conservano per un paio di giorni ben chiuse in un sacchetto di plastica per alimenti, meglio se in frigorifero, oppure si possono congelare e tirarle fuori all’occorrenza.

Come rendere gustoso e saporito il tofu – CINQUE RICETTE

ioDopo ben 4 post dedicati alla fiera SANA e al Veganfest di Bologna, eccone finalmente uno con tante belle ricettine… 🙂 Proprio in occasione della fiera ho tenuto presso lo stand della rivista Funny Vegan un cooking show che aveva come titolo: “Come rendere gustoso il tofu”. Eh sì perché i prodotti innovativi e particolari ci piacciono, amiamo i formaggi vegetali di tutti i tipi e i superfoods ma… non dimentichiamoci delle basi, che ancora pochi conoscono in tema di buona e sana cucina vegan. Ad esempio il tofu, chi è alle prime armi di solito compra una marca qualsiasi, apre la confezione, lo assaggia e…. lo butta nella spazzatura! La verità è che, sebbene sia volgarmente detto “formaggio di tofusoia”, il tofu non è un formaggio, ovvero non si mangia così al naturale come i formaggi! Se a qualcuno piace, ben venga certo, ma si tratta a mio avviso di un alimento di base, che va marinato, insaporito, frullato, saltato, stufato, arrostito, strapazzato… insomma CUCINATO! E, magicamente, assumerà tutti i sapori e gli aromi che sapremo dargli perché è un prodotto UMILE, che si piega al nostro volere e acquisisce il sapore che vogliamo/sappiamo dargli con la nostra abilità e fantasia.

Ecco le prime 3 ricette, semplicissime:
IMG_6384– Tofu strapazzato: Affettate una cipolla e fatela stufare in padella con un po’ d’olio EVO, aggiungete 100 g circa di carote a julienne (sostituibili con peperoni a tocchetti), coprite, versate poca acqua e lasciate che si ammorbidiscano. Unite quindi 200 g di tofu sbriciolato con le mani e lasciate insaporire per qualche minuto. Aggiungete curcuma a piacere e un paio di cucchiai di tamari. Olive a rondelle, pomodori secchi a pezzetti ed erbe aromatiche (origano, maggiorana, salvia, prezzemolo, rosmarino) non sono indispensabili ma consigliati.
IMG_6390– Patè di tofu alle olive: Tagliate a pezzi 250 g di tofu e fatelo bollire per 5 minuti circa. Scolatelo, fatelo raffreddare e frullatelo insieme a 80 g circa di olive verdi pesate senza nocciolo, 2 cucchiai di aceto di mele, 2 cucchiai di olio EVO e 4 o 5 cucchiai d’acqua. Varianti: sostituite le olive (la metà o anche il totale) con capperi sott’aceto oppure con pomodori secchi sott’olio, aggiungete aglio ed erbe aromatiche a piacere. Ottimo spalmato su pane, crostini, crackers, piadine, cruditè di verdure o per condire la pasta
IMG_5412– Ripieno per torte salate: Cuocete e insaporite a piacere le vostre verdure preferite (spinaci, bietole erbette, broccoletti, zucchine e piselli), alla fine aggiungete del tofu sbriciolato con le mani amalgamandolo alle verdure e dando un tocco di sapore in più con lievito alimentare in scaglie. Ecco un ottimo ripieno per quiche e torte salate. In pratica il tofu in questo caso prende il posto della ricotta che normalmente si usa e il lievito alimentare in scaglie sostituisce il parmigiano.

Chi vuole invece cimentarsi con preparazioni più particolari trova sul blog qui altre ricette interessanti. Da provare anche il tofu affumicato, che a differenza di quello al naturale è buono da mangiare anche così com’è, magari aggiungendolo a insalate e verdure cotte, ai risotti, alla pasta e a tutti i piatti a cui si vuole dare un tocco fumé.

Ma veniamo alle 2 ricette che ho mostrato durante il mio cooking show al Sana di Bologna. La prima è in realtà una variante di questa già pubblicata diverso tempo fa:
Copia di tofu 2– Tofu marinato alle erbe aromatiche e arrostito:
(per 4 persone) Tagliate 250 g di tofu a fettine sottili e fatele marinare per qualche ora (da 6 a 8 ore meglio se in frigo) insieme a 2 cucchiai di tamari, 2 cucchiai di olio EVO e tante erbe aromatiche secche a piacere, io ho usato: origano, rosmarino, maggiorana, timo, erba cipollina, salvia. Trascorso il tempo di marinatura arrostite le fettine in una padella antiaderente insieme al loro liquido di marinatura, disponendole su un unico strato, fin quando formano una crosticina croccante. Servite caldo. Ringrazio La Buona Terra Bio per avermi gentilmente fornito gli ottimi e fragranti mini crackers che ho utilizzato per servire gli assaggi durante il cooking show.

Il tofu può essere usato anche per preparazioni dolci, ad esempio come base per cheese cake, tiramisù, ma anche semplicemente per creme dolci di ogni tipo (per le quali si può usare anche il “silken tofu” o tofu vellutato, ma non è indispensabile). Ecco la mia, ottima per farcire torte, crepes o anche da spalmare su pane e fette biscottate:
tofu– Crema dolce di tofu al cacao e nocciola
Fate bollire 200 g di tofu tagliato a pezzettoni per 5 minuti, scolatelo, fatelo raffreddare e poi frullatelo con un minipimer insieme a 30 g di cacao (anche crudo), 100 g di sciroppo d’agave, 60 g di crema (o burro) di nocciole (la trovate online o nei supermercati biologici ben forniti), 5 cucchiai di succo di mela puro, mezzo cucchiaino raso di vaniglia in polvere. In alternativa alla crema di nocciole potete anche usare pari quantità di nocciole tostate o sgusciate ma dovrete prima ridurle a crema meglio se con un macina caffè o macina spezie, altrimenti rimarranno granulose (vedi ad esempio la ricetta della veg-nutella). Ringrazio Vegan Green Love che mi ha gentilmente fornito alcuni degli ingredienti che ho utilizzato al cooking show tra cui il burro di nocciole, il cacao crudo nonché le bacche di goji e le banane essiccate per decorare.

 

Gazpacho

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Insieme alla paella il gazpacho è uno dei piatti tipici spagnoli più famosi, una zuppa fredda di ortaggi crudi, molto rinfrescante e ricca di vitamine, perfetta per la stagione calda. Non è la prima volta che lo faccio anzi, ne avevo già pubblicato qui una versione ispirata ad una ricetta di Simone Salvini, a base di solo pomodoro, molto semplice. Questo invece è più simile al gazpacho tradizionale, ma senza la mollica di pane raffermo, come prevederebbe la ricetta originale, in modo da renderlo più leggero, senza glutine e crudista! Visto che siamo a fine estate ma ancora abbondano pomodori, cetrioli e peperoni e fa relativamente caldo, ho pensato di dare un ultimo saluto alla bella stagione con questo piatto colorato.

Ingredienti per 2 porzioni abbondanti o 4 medieimg_6920
400 g pomodori maturi misti tra san marzano e ciliegini
100 g peperone rosso
1 cetriolo medio
50 g cipolla rossa pesata già pulita
1 pezzetto di peperone giallo
2 cucchiai olio EVO
1 cucchiaio aceto di mele
erba cipollina fresca e qualche pomodorino per decorare

Tagliate a pezzi i pomodori, il peperone rosso, la cipolla e 100 g di cetriolo pesato pulito e senza buccia, quindi frullate tutto con un mixer, il più finemente possibile. Filtrate con un colino, schiacciando bene col dorso di un cucchiaio lo scarto che resta sul colino. In questo modo otterrete una passata liscia e spumosa, più piacevole al palato e più digeribile. Conditela con un po’ di sale, l’olio e l’aceto e distribuitela in piatti fondi (ma anche bicchierini se servirete il gazpacho come antipasto o aperitivo). Sbucciate il cetriolo rimasto e tagliatelo a rondelle e poi ogni rondella in 4, tagliate il peperone giallo a striscioline (io le ho tagliate in orizzontale in modo che ricordino la forma di un fiore). Decorate con i triangolini di cetriolo, le striscioline di peperone giallo, l’erba cipollina e i pomodorini. Arricchite se volete con un filo d’olio EVO e una spruzzata di pepe nero.

Crostata semicrudista al cioccolato con fichi secchi e freschi

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La dolcezza e il sapore dei fichi maturi siciliani e calabresi non ha eguali. In vacanza ne ho fatto scorpacciate. Adoro anche i fichi secchi, ma anche in questo caso non è facile trovarli buoni, italiani e al naturale (spesso hanno conservanti, additivi ecc.). A Milano ho trovato dei fichi della Basilicata, non buoni come quelli che ho mangiato nel “profondo sud” ma comunque non male e ho deciso di utilizzarli per un dolce. Sarebbe di fatto una ricetta crudista se non fosse per il cioccolato fondente che ho adoperato per la base e per decorare la superficie della torta. Per renderla crudista al 100% è possibile sostituirlo con cioccolato crudo, acquistabile online o nei supermercati biologici ben forniti. Attenzione perché il cioccolato crudo di solito è più amaro di quello classico fondente, e anche per quest’ultimo il grado di dolcezza cambia molto a seconda della percentuale di cacao utilizzato (al 50%, 60%, 70% e oltre). Personalmente non amo molto il cioccolato amaro e per questa ricetta ne ho utilizzato uno piuttosto dolce, ma se vi piace amaro (al 70% di cacao e più) scegliete pure quello che preferite 😉

Ingredienti per 4 porzioni (una tortierina da 16 cm)
Per la base: 

70 g mandorle con la pelleIMG_6343
70 g fichi secchi al naturale
40 g cioccolato fondente (io ne ho usato uno dolce ma vanno bene tutti, sceglietelo crudo per rendere la ricetta crudista al 100%)
Per la farcitura:
50 g fichi secchi

120 g fichi freschi (pesati con la buccia)
1 pizzico di vaniglia in polvere (fac.)
Per decorare:
4 o 5 fichi freschi piccoli
1 pezzetto di cioccolato (anche crudo, circa 20 g)

Sciacquate le mandorle, asciugatele con un panno o carta assorbente e tritatele a granella sottile con un mixer. Poi aggiungete i fichi secchi tagliati a pezzettini e frullate fino ad ottenere un composto ancora piuttosto granuloso ma che si compatta se lo stringete tra le mani. Unite quindi il cioccolato tagliato a pezzetti e continuate a frullare fino ad ottenere un impasto morbido e un po’ untuoso. Resterà sempre un pochino granuloso (per via dei semini dei fichi secchi) ma non importa, l’essenziale è che si compatti bene con le mani quando formerete una palla e la disporrete tra due fogli di carta forno. Con un mattarello stendetela in modo da formare un cerchio dallo spessore piuttosto sottile. Eliminate solo il foglio superiore e disponete la base sulla tortiera, facendola aderire bene ai bordi. Fate rassodare in frigo per almeno un’ora.
Nel frattempo preparate la farcitura frullando i fichi secchi tagliati a pezzetti insieme ai fichi freschi sbucciati fino ad ottenere una sorta di marmellata omogenea. Unite un pizzico di vaniglia a piacere.
Trascorsa almeno un’ora di tempo tirate fuori la base dal frigo, farcitela con la marmellata e decorate con i fichi freschi tagliati a fettine. Nello spazio libero tra le fettine lasciate cadere del cioccolato tritato grossolanamente a scaglie (per evitare che durante l’operazione si sciolga mettetelo prima per un’oretta in frigo). Lasciate riposare il dolce in frigo per almeno un’ora prima di servire.

Involtini di peperoni con patè di ceci ai capperi e crema di patate

CAM01181Quest’anno sono rimasta in Sicilia per quasi un mese, da fine luglio a fine agosto. Il 2 agosto sono stata invitata a preparare una cena vegana a buffet per 60 persone presso un’associazione privata. E’ stato il primo evento vegano che ho organizzato in Sicilia e in particolare a Noto, la mia città d’origine.  peperoniIl pubblico, tutto onnivoro, ha apprezzato moltissimo 🙂 Poi, finalmente, un po’ di meritato riposo godendomi il mare e cucinando piatti semplici con i buoni prodotti locali. D’estate in Sicilia faccio scorpacciate di pomodori e pomodorini maturi e dolci, melanzane tonde violette tenerissime e per nulla amare, zucchine lunghe, cipolle di Giarratana, saporiti peperoni corno, e ancora fichi, fichi d’india, meloni gialli, mandorle locali, pistacchi di Bronte… Di solito compro la frutta e la verdura non al supermercato ma nei negozi, nelle bancarelle e nei camion ambulanti che la fanno arrivare direttamente dalle campagne vicine. Spesso i fruttivendoli o i piccoli negozi di alimentari vendono i cosiddetti “pipi pipiarrustuti”, ovvero peperoni lunghi della varietà “corno”, dalla polpa compatta, poco acquosa e molto saporita. Si acquistano già arrostiti alla brace, da spellare, sfilettare e condire a piacere con sale, olio EVO siciliano saporito, aglio a fettine, poco succo di limone e basilico. Si lasciano macerare per qualche ora e si gustano con l’ottimo pane di grano duro locale. L’ultima sera prima di rientrare a Milano però, ho voluto sperimentare questa ricetta.

Ingredienti per 4 involtini grandi o 8 piccoli
4 peperoni lunghi rossi (peperoni corno)
500 g patate
500 ml brodo vegetale

Per il patè:
240 g ceci cotti e scolati
1 cucchiaio colmo di capperi sott’aceto
1 cucchiaio succo di limone
2 cucchiai olio EVO
Sale alle erbe, alcuni capperi e origano per decorare

Se avete la possibilità di cuocere i peperoni interi alla brace è meglio, altrimenti metteteli in forno sempre interi, a 220 gradi, su una teglia ricoperta di carta forno e girateli ogni tanto, fino a quando la pelle sarà abbrustolita. Per poterli spellare facilmente, una volta cotti richiudeteli dentro la stessa carta forno a mo’ di fagotto e metteteli dentro una pentola con coperchio. Lasciate intiepidire per una mezz’oretta, poi spellateli con le mani, tagliate la calotta superiore con il picciolo, incideteli per lungo e togliete i semi interni. Fate in modo da ricavare una falda unica per ciascun peperone o al massimo due se volete realizzare 8 involtini più piccoli.
Preparate il patè di ceci frullandoli insieme all’olio, il limone, i capperi ben sciacquati e 3 cucchiai circa d’acqua, aggiustate di sale e mettete da parte.
Sbucciate le patate, tagliatele a tocchetti e bollitele nel brodo vegetale fin quando saranno tenere. Poi scolatele conservando il brodo di cottura e frullatele a crema con un minipimer insieme ad una tazzina abbondante del loro brodo. Dovrete ottenere una crema fluida.
Disponete le falde di peperone su un piatto, spalmatele con una generosa cucchiaiata di patè di ceci e arrotolatele a mo’ di involtino, spolverizzando sopra poco sale alle erbe. Mettete sul fondo del piatto la crema di patate appena tiepida e sopra un involtino, completate con capperi, un filo d’olio EVO e origano a piacere. Servite come secondo piatto o antipasto.

Gelato al cocco

IMG_6299L’estate scorsa era stata molto fresca e piovosa, quest’anno invece ci siamo ripresi tutto il caldo che ci toccava con gli interessi e, da quando è iniziato luglio, a Milano le temperature oscillano fra i 32 e i 39 gradi, con la solita cappa di umidità 🙁
Che fare per ovviare al problema? Mangiare tantissimo crudo (sul blog trovate diverse ricette crudiste, colorate, allegre, nutrienti e gustose qui), insalatone ricche, frutta fresca di stagione e, ovviamente, sorbetti, granite e gelati come se piovesse 😀
Dopo il gelato di banana e il gelato alla nocciola, è la volta del gelato al cocco (al latte di cocco per la precisione), senza zucchero e senza grassi aggiunti ma ricco di sapore. Ricettina facilissima senza bisogno di gelatiera.

Ingredienti per 4 coppetteIMG_6295
2 lattine di latte di cocco da 400 ml ciascuna (fate attenzione che gli ingredienti siano solo cocco e acqua, senza altri ingredienti, conservanti o additivi)
4 cucchiai di sciroppo d’agave o d’acero (sostituibile con malto di riso o di mais)
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere naturale
cocco grattugiato e scaglie o gocce di cioccolato per la decorazione

Mettete le lattine in frigo per almeno 3 o 4 giorni, meglio se per una settimana. Con l’azione del freddo la parte più grassa e bianca, simile ad una crema densa e “pannosa” si separerà dalla parte liquida e verrà a galla. E’ proprio questa che ci serve per il gelato. Prendete quindi dal frigo le lattine e senza agitarle o capovolgerle apritele ed estraete con un cucchiaio la parte cremosa che trovate in superficie, dovrà pesare in tutto circa 500 g. La parte liquida rimasta sul fondo delle lattine può essere utilizzata per i frullati, negli impasti di torte e dolci, ma anche, volendo, da bere così com’è.
Mettete la “panna” di cocco in un contenitore provvisto di coperchio e mescolatela con lo sciroppo e la vaniglia. Chiudete il contenitore e riponetelo in freezer per circa 4  o 5 ore, mescolandolo almeno 2 o 3 volte per impedire che congeli in un unico blocco. Quando il gelato è pronto lasciatelo a temperatura ambiente per 5 minuti, date un’ultima mescolata in modo che acquisisca la giusta cremosità e servitelo cospargendolo di cocco grattugiato (volendo anche pezzetti di cocco fresco), scaglie o gocce di cioccolato, ma anche, a piacere, scorza di lime grattugiata.

“Raw-violi” di zucchina con “raw-cotta” di anacardi alle erbe e sugo di pomodoro

IMG_6271Quest’inverno ho provato a fare i classici ravioli (in Sicilia si usano ripieni di ricotta e conditi con semplice sugo al pomodoro) ma non mi hanno entusiasmato al punto da pubblicarne la ricetta sul blog. Mi ero proposta di rifarli ma poi l’inverno è passato, e pure la primavera :-/ e tra un impegno e l’altro mi sono ritrovata quasi in piena estate! Con il caldo non mi va tantissimo di accendere fornelli e nella mia alimentazione la percentuale di crudo aumenta di brutto… Così ho IMG_6269pensato di creare la versione raw dei ravioli, ovvero i raw-violi!
Ci sono diverse ricette simili sul web ma come sempre dopo averne guardate 2 o 3 ho fatto di testa mia. Il segreto per la riuscita di questo piatto sono a mio avviso le erbe aromatiche fresche, mi piace moltissimo usarle in cucina (e per questo ringrazio soprattutto il grande chef Simone Salvini che mi ha insegnato ad usarle) e le coltivo in vaso, attualmente ho: timo, maggiorana, erba cipollina, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, timo limone, origano e menta ^_^ . Potete naturalmente variarle a piacere in base ai gusti.

Ingredienti per 2 persone
1 grossa zucchina rotonda
1 pizzico di sale e poco succo di limone per la marinatura
Per la “raw-cotta”:
50 g anacardi ammollati per almeno 6 ore
30 g mandorle pelate e ammollate per almeno 6 ore
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaino colmo di lievito alimentare in scaglie
1 piccolo mazzetto di erba cipollina
3 rametti di maggiorana
3 rametti di timo
Per il sugo al pomodoro:
25/30 g pomodori secchi sott’olio
100 g pomodori piccadilly o pachino
2 o 3 foglie di basilico

Per prima cosa eliminate le due estremità della zucchina e con un coltello affilato oppure con una mandolina ricavatene 8 fettine rotonde piuttosto sottili. Non devono essere spesse ma neppure troppo sottili altrimenti c’è il rischio che si rompano. Mettetele in un piatto a marinare con un pizzichino di sale e poco succo di limone.
Preparate la raw-cotta: Scolate gli anacardi e le mandorle dall’acqua di ammollo e sciacquateli bene in un colino. Scolateli e frullateli con un mixer prima brevemente da soli e poi insieme al succo di limone, un pizzico di sale e 4 o 5 cucchiai d’acqua fino ad ottenere una crema tipo “ricotta”. Unite il lievito alimentare e le erbe tritate e tenete da parte.
Preparate il sugo: Sciacquate bene i pomodori per eliminare tutto l’olio e il sale in eccesso (se sono molto salati lasciateli in ammollo per una decina di minuti). Tagliateli a pezzetti e frullateli sempre col mixer insieme ai pomodori freschi e al basilico.
Assemblate i raw-violi: Prendete le fette di zucchina marinata (che nel frattempo saranno diventate morbide) e farcitele ciascuna con un cucchiaino di “raw-cotta” alle erbe, ripiegandole delicatamente a metà a forma di mezzaluna. Disponetele su un piatto e distribuite sopra il sugo al pomodoro, decorate con erbe aromatiche a piacere e servite subito.