Informazioni su Giulia

Le ricette pubblicate su questo blog non contengono nè carne, nè pesce nè derivati alimali. Utilizzo il più possibile ingredienti freschi, di stagione e biologici rispettando l’etica e la salute ma non trascurando mai il piacere del gusto e dell’occhio che, si sa, vuole la sua parte.

Cannelloni alla zucca

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Questo è un piatto dedicato a chi adora la zucca e la besciamella come me ^_^ D’inverno vivrei di zucca fatta in qualunque modo e la besciamella… beh, quella devo trattenermi dal mangiarla a cucchiaiate dalla pentola mentre la preparo! Il segreto è insaporirla bene, usare latte di soia non dolcificato (sconsiglio latte di riso o di avena perché sono dolci) e farina integrale per addensare. La zucca in questo caso, cotta al forno, frullata e usata come ripieno dei cannelloni, è condita solamente con sale, olio ed erbe aromatiche (sale alle erbe ed erbe aromatiche sono particolarmente importanti in questo piatto 😉 ) in modo da sentirne pienamente il gusto. Potete adoperare il tipo di zucca che vi piace di più o che trovate, consiglio Delica, Butternut oppure Hokkaido, l’importante è che sia buona e saporita.

CAM01269Ingredienti per 4 persone:
12 cannelloni di grano duro
1 kg zucca pesata con tutta la buccia
sale alle erbe
1 piccolo mazzetto di aromatiche fresche:
salvia, rosmarino, timo
olio EVO q.b
Per la besciamella:

750 ml latte di soia al naturale non dolcificato
4 cucchiai di olio EVO
45 g farina integrale
un cucchiaino colmo di dado vegetale bio
noce moscata, pepe nero macinato al momento
Per la gratinatura:
lievito alimentare in fiocchi o in scaglie
mandorle, nocciole e/o pistacchi al naturale tritati grossolanamente

Tagliate la zucca a fette e disponetele su una teglia ricoperta di carta forno. Spennellatele uniformemente con olio EVO, conditele con una generosa dose di sale alle erbe, foglie di salvia e aghi di rosmarino e fate cuocere a 200 gradi per una ventina di minuti o finché saranno morbide e leggermente croccanti all’esterno. Non appena la zucca sarà cotta fatela intiepidire e poi sbucciatela (potete anche lasciare la buccia ma se volete ottenere una purea bella uniforme e color arancio consiglio di sbucciarla) e frullatela con un minipimer a immersione aggiungendo un paio di cucchiai d’olio e un pochino d’acqua fino ad ottenere un purè piuttosto denso. Aggiungete le foglie di timo fresco (se volete anche un po’ di salvia e rosmarino tritati), assaggiate e regolate di sale, sempre alle erbe. Mettete quindi il composto in una sac à poche e riempite i cannelloni.
Preparate la besciamella facendo scaldare l’olio in un pentolino. Poi, fuori dal fuoco, aggiungete la farina per formare una pastella. Aggiungete quindi il latte a poco a poco mescolando per evitare i grumi. Ponete la pentola sul fuoco e portate a bollore continuando a mescolare. La besciamella deve restare piuttosto liquida perché servirà per cuocere i cannelloni in forno. Insaporitela con il dado vegetale (assaggiate e regolatevi di conseguenza, deve essere bella saporita) la noce moscata e una spruzzata di pepe nero.
Versate un mestolo di besciamella sul fondo di una teglia, disponete sopra i cannelloni farciti e ricopriteli completamente con la besciamella rimasta. Cospargete tutta la superficie di lievito alimentare e frutta secca tritata grossolanamente, irrorate con un filo d’olio e infornate a 200 gradi per circa mezz’ora.

Come rendere gustoso e saporito il tofu – CINQUE RICETTE

ioDopo ben 4 post dedicati alla fiera SANA e al Veganfest di Bologna, eccone finalmente uno con tante belle ricettine… 🙂 Proprio in occasione della fiera ho tenuto presso lo stand della rivista Funny Vegan un cooking show che aveva come titolo: “Come rendere gustoso il tofu”. Eh sì perché i prodotti innovativi e particolari ci piacciono, amiamo i formaggi vegetali di tutti i tipi e i superfoods ma… non dimentichiamoci delle basi, che ancora pochi conoscono in tema di buona e sana cucina vegan. Ad esempio il tofu, chi è alle prime armi di solito compra una marca qualsiasi, apre la confezione, lo assaggia e…. lo butta nella spazzatura! La verità è che, sebbene sia volgarmente detto “formaggio di tofusoia”, il tofu non è un formaggio, ovvero non si mangia così al naturale come i formaggi! Se a qualcuno piace, ben venga certo, ma si tratta a mio avviso di un alimento di base, che va marinato, insaporito, frullato, saltato, stufato, arrostito, strapazzato… insomma CUCINATO! E, magicamente, assumerà tutti i sapori e gli aromi che sapremo dargli perché è un prodotto UMILE, che si piega al nostro volere e acquisisce il sapore che vogliamo/sappiamo dargli con la nostra abilità e fantasia.

Ecco le prime 3 ricette, semplicissime:
IMG_6384– Tofu strapazzato: Affettate una cipolla e fatela stufare in padella con un po’ d’olio EVO, aggiungete 100 g circa di carote a julienne (sostituibili con peperoni a tocchetti), coprite, versate poca acqua e lasciate che si ammorbidiscano. Unite quindi 200 g di tofu sbriciolato con le mani e lasciate insaporire per qualche minuto. Aggiungete curcuma a piacere e un paio di cucchiai di tamari. Olive a rondelle, pomodori secchi a pezzetti ed erbe aromatiche (origano, maggiorana, salvia, prezzemolo, rosmarino) non sono indispensabili ma consigliati.
IMG_6390– Patè di tofu alle olive: Tagliate a pezzi 250 g di tofu e fatelo bollire per 5 minuti circa. Scolatelo, fatelo raffreddare e frullatelo insieme a 80 g circa di olive verdi pesate senza nocciolo, 2 cucchiai di aceto di mele, 2 cucchiai di olio EVO e 4 o 5 cucchiai d’acqua. Varianti: sostituite le olive (la metà o anche il totale) con capperi sott’aceto oppure con pomodori secchi sott’olio, aggiungete aglio ed erbe aromatiche a piacere. Ottimo spalmato su pane, crostini, crackers, piadine, cruditè di verdure o per condire la pasta
IMG_5412– Ripieno per torte salate: Cuocete e insaporite a piacere le vostre verdure preferite (spinaci, bietole erbette, broccoletti, zucchine e piselli), alla fine aggiungete del tofu sbriciolato con le mani amalgamandolo alle verdure e dando un tocco di sapore in più con lievito alimentare in scaglie. Ecco un ottimo ripieno per quiche e torte salate. In pratica il tofu in questo caso prende il posto della ricotta che normalmente si usa e il lievito alimentare in scaglie sostituisce il parmigiano.

Chi vuole invece cimentarsi con preparazioni più particolari trova sul blog qui altre ricette interessanti. Da provare anche il tofu affumicato, che a differenza di quello al naturale è buono da mangiare anche così com’è, magari aggiungendolo a insalate e verdure cotte, ai risotti, alla pasta e a tutti i piatti a cui si vuole dare un tocco fumé.

Ma veniamo alle 2 ricette che ho mostrato durante il mio cooking show al Sana di Bologna. La prima è in realtà una variante di questa già pubblicata diverso tempo fa:
Copia di tofu 2– Tofu marinato alle erbe aromatiche e arrostito:
(per 4 persone) Tagliate 250 g di tofu a fettine sottili e fatele marinare per qualche ora (da 6 a 8 ore meglio se in frigo) insieme a 2 cucchiai di tamari, 2 cucchiai di olio EVO e tante erbe aromatiche secche a piacere, io ho usato: origano, rosmarino, maggiorana, timo, erba cipollina, salvia. Trascorso il tempo di marinatura arrostite le fettine in una padella antiaderente insieme al loro liquido di marinatura, disponendole su un unico strato, fin quando formano una crosticina croccante. Servite caldo. Ringrazio La Buona Terra Bio per avermi gentilmente fornito gli ottimi e fragranti mini crackers che ho utilizzato per servire gli assaggi durante il cooking show.

Il tofu può essere usato anche per preparazioni dolci, ad esempio come base per cheese cake, tiramisù, ma anche semplicemente per creme dolci di ogni tipo (per le quali si può usare anche il “silken tofu” o tofu vellutato, ma non è indispensabile). Ecco la mia, ottima per farcire torte, crepes o anche da spalmare su pane e fette biscottate:
tofu– Crema dolce di tofu al cacao e nocciola
Fate bollire 200 g di tofu tagliato a pezzettoni per 5 minuti, scolatelo, fatelo raffreddare e poi frullatelo con un minipimer insieme a 30 g di cacao (anche crudo), 100 g di sciroppo d’agave, 60 g di crema (o burro) di nocciole (la trovate online o nei supermercati biologici ben forniti), 5 cucchiai di succo di mela puro, mezzo cucchiaino raso di vaniglia in polvere. In alternativa alla crema di nocciole potete anche usare pari quantità di nocciole tostate o sgusciate ma dovrete prima ridurle a crema meglio se con un macina caffè o macina spezie, altrimenti rimarranno granulose (vedi ad esempio la ricetta della veg-nutella). Ringrazio Vegan Green Love che mi ha gentilmente fornito alcuni degli ingredienti che ho utilizzato al cooking show tra cui il burro di nocciole, il cacao crudo nonché le bacche di goji e le banane essiccate per decorare.

 

Fiera Sana e Veganfest 2015 – PRODOTTI

Il Sana è sempre stato una vetrina importante per le aziende che propongono prodotti innovativi nel campo del biologico e del naturale. Eccone alcuni fra quelli che ho visto.
pasta di ceciChi ama la pasta come me non potrà non essere incuriosito da paste alternative a base ad esempio di farine di legumi, senza glutine e dall’alto valore proteico oltre che ricche di fibra. Ne ho viste di varie marche e realizzate con diversi tipi di legumi ma segnalo in particolare la Libré Bio della Govi Farm, con sola farina di ceci, presentata e assaggiata allo stand di Funny Vegan. Consigli per il condimento: sugo al pomodoro e olive o crema di zucca al rosmarino.sabrina
Nuova e originale la pasta Sabrina, con farina di grano germogliato, la cui particolarità consiste nel fatto che può anche fare a meno della cottura tradizionale e diventare quindi una pasta crudista in modo che non perda le sue preziose proprietà. Basta tenerla immersa in acqua tiepida per circa mezz’ora e condirla con sughetti crudi a piacere oppure, nel formato “lasagnette”, farla ammollare direttamente nel condimento. Sabrina Nazzari, cuoca e ideatrice del prodotto, ha tenuto un cooking show allo stand di Funny Vegan con dimostrazione e degustazione. Ricorda un po’ la pasta integrale di farro, veramente buona!
aglioIn un piccolo stand di un’azienda spagnola ho visto e assaggiato l’aglio nero fermentato che pare sia un vero e proprio “superfood”: la fermentazione raddoppia il contenuto di antiossidanti e di fosforo e ne potenzia le proprietà benefiche ma allo stesso tempo annulla il forte odore e sapore che a molti dà fastidio aumentandone la digeribilità. Il gusto è delicato e quasi dolciastro, peccato sia ancora molto difficile trovarlo in Italia.nutella
Per gli amanti dei veg-formaggi sfiziosi ma sani segnalo quelli crudisti di RawFun a base di anacardi, mentre ai più golosi consiglio sicuramente la crema spalmabile alle nocciole Teo & Bia, gusto pieno e corposo con soli tre ingredienti: nocciole, cacao e zucchero di canna. Notevole la gamma di biscotti vegani prodotti da Veganocongusto, biscottiben 10 tipi diversi di cui 4 senza glutine, in più crostatine di frolla con varie marmellate, insomma l’imbarazzo della scelta.
E sempre a proposito di prodotti innovativi, quest’anno, oltre al consueto premio Sana Novità, assegnato in base alla votazione del pubblico, c’è stato anche il premio Coup de Coeur, che le tre blogger ufficiali della manifestazione hanno conferito al prodotto che le ha “colpite al cuore” per Straveg bio Dnabiooriginalità e innovazione. Per il settore alimentazione io ho scelto lo StraVeg bio di Dnabio, un preparato per crema vegetale spalmabile gluten free, a base di riso, frutta secca, erbe aromatiche e spezie, con sale rosa dell’Himalaya. Si prepara in un minuto aggiungendo solo acqua e olio d’oliva. L’ho scelto per la velocità di preparazione, che lo rende adatto a chi ha poco tempo da dedicare alla cucina, e per la lunga conservazione. Infatti a differenza dei formaggi e creme vegetali fresche che vanno tenute in frigo e sono a breve scadenza, ha una durata di 12 mesi a temperatura ambiente. Sano e buono in tutte e tre le varianti di gusto: erba cipollina, mediterraneo e orientale.
Nel prossimo post vi parlerò del mio cooking show allo stand di Funny Vegan (e sì, perché oltre a fare la blogger/reporter della fiera ho anche trovato il tempo di tenere un cooking show 😉 ). Niente prodotti particolari ma solo il buon vecchio tofu, che però ancora pochi sanno cucinare e insaporire nel modo giusto. Vi svelerò tutti i segreti per renderlo gustoso e vi darò due ricette, una salata e una dolce. A prestissimo!

Fiera Sana e Veganfest 2015 – LIBRI

momentèniclaQuest’anno al SANA sono stati presentati diversi libri, tutti molto interessanti, la maggior parte di cucina e ricette ma non solo. Stefano Momenté (vedi l’intervista che avevo realizzato l’anno scorso qui) ha presentato il suo ultimo “Ciò che non sai sul cibo e che potrebbe salvarti la vita” mentre Nicla Signorelli, giornalista, ideatrice del movimento Be4eat e voce ufficiale del dottor Colin Campbell in Italia (per chi non lo sapesse ancora, l’autore del celeberrimo The China Study) ha presentato il suo “Veg Junior – Perché mio figlio ha bisogno di una dieta vegetale e integrale” che mi sentirei di consigliare a tutte le mamme che vogliono informarsi senza pregiudizi da una fonte autorevole.Copia di federica gifmaugeri
La Macro Edizioni ha lanciato il primo libro della blogger Federica Gif “Più ricette sane, meno ricette mediche”, bello ed elegante, con foto accattivanti e grafica curata. Paola Maugeri ha invece parlato del suo ultimo “Alla salute – 109 succhi, smoothies e sfizi” presso lo stand di Pharmavegana. Al Veganfest è stato lanciato “Le ricette di Veganblog.it” una raccolta di 200 ricette tratte dalla più grande community italiana di appassionati di cucina vegan, mentre allo stand della rivista Funny Vegan si sono succeduti una serie di cooking show con relative presentazioni di libri scritti da blogger, cuochi ed esperti: Laura Leall con il suo “Vegan Ti Amo – Arte Cucina – Ricette biologiche senza glutine cotto e crudo”, pinanuova rivistaCaterina Mosca ed Elena D’Alto con “Baciami in Cucina – Come innamorarsi della cucina naturale in 200 ricette”Lorenzo Ferrante con “Sano e Vegano – Le ragioni di una scelta alimentare etica, salutare e piena di gusto”, Giuseppina Siotto con “Vegetaliana- note di cucina italiana vegetale”.
Infine una nuova rivista mensile dedicata al mondo vegan è nata sul mercato italiano, “Vegan Italy – il nuovo modo di pensare il cibo”, presentata allo stand di Edizioni Sonda con cooking show offerti dallo staff di Vegolosi.
Sul prossimo post vi illustrerò invece tutte le novità relative ai prodotti, i più interessanti e innovativi, che ho visto al Sana, e racconterò la mia esperienza di blogger/giurata per l’assegnazione del premio “Coup de Coeur”, stay tuned come sempre!

Sana e Veganfest 2015 – EVENTI

ingresso sanaEccomi di ritorno dalla bellissima esperienza come BLOGGER UFFICIALE della fiera SANA di Bologna, quest’anno ancora più affollata e soprattutto ricca di eventi, convegni, conferenze, presentazioni di libri e cooking show. Allora, andiamo con ordine: il primo evento per importanza e per quantità di pubblico è stato, come del resto mi aspettavo, il The China Study Tour, giunto ormai alla sua quinta tappa dopo il foto oksuccesso che sta ottenendo in varie città italiane. Bravi e preparati i relatori i quali hanno illustrato ancora una volta i benefici a tutto tondo di una sana e bilanciata alimentazione 100% vegetale e integrale, utilissima nel prevenire e curare molti disturbi e malattie del nostro tempo.
A proposito di alimentazione e salute, interessante è stata anche la conferenza di Giovanni Allegro, chef e docente presso la scuola di cucina naturale Cascina Rosa dell’Istituto dei Tumori di Milano. Ancora una volta è stato ribadito il concetto che l’alimentazione fa veramente la differenza nel determinare il nostro benessere e può contribuire moltissimo alla prevenzione.
michelaSul palco del Veganfest (grande area all’interno della fiera tutta dedicata al mondo vegan) si sono succeduti una serie di interventi e testimonianze. La dottoressa Michela De Petris (con la quale tra l’altro collaboro ormai da tempo, vedi ad esempio questo post) già tra i relatori del The China Study Tour, ha parlato della sua famiglia vegana ormai da anni, compreso il dolcissimo cane Diamond che porta sempre con sé, e dei grossi benefici riscontrati in tutti i suoi pazienti che seguono questo tipo di alimentazione. Patrizia Re, mamma vegana, ha raccontato della propria esperienza di gravidanza e allattamento egregiamente sostenuta in perfetta salute e naturalezza anche dopo i quarant’anni.
Ma passiamo ai COOKING SHOW che, come sempre, sono piatto salvinitra gli eventi più seguiti, non solo al Veganfest ma anche nei vari stand. Primo fra tutti Simone Salvini, famoso chef di alta cucina vegetale e naturale che stimo molto e seguo sempre quando posso. Quest’anno ha presentato un piatto di ispirazione orientale: lenticchie indiane urid al latte di cocco e mandorle, erbe aromatiche e assafetida (spezia indiana che marco bianchiricorda lo scalogno) su ragù di carota e sedano, guarnite con spuma di latte di mandorla ed erbe fresche, spettacolare come sempre.
Marco Bianchi, divulgatore scientifico per la Fondazione Veronesi, cuoco amatoriale e volto televisivo, ha preparato invece dei pancake vegan e integrali, serviti con sciroppo d’acero e frutti di bosco e accompagnati da una virgin piña colada a base di latte di riso, cocco e ananas con frutto della passione.
Allo stand di Pharmavegana il cuoco Gianluca Ronchi ha naturasìtenuto diversi cooking show illustrando l’ABC della cucina naturale, vegana e crudista, con ricette, assaggi e spiegazioni sulle proprietá nutrizionali dei cibi. Nella vasta area di Naturasì si sono tenuti invece dei laboratori pratici dove il pubblico ha partecipato attivamente alla preparazione del pane con farine di cereali antichi e minestre di verdure e ortaggi di stagione coltivati dagli agricoltori biologici e biodinamici de “Le Terre di Ecor”. Ultimo evento degno di nota sono stati i premi assegnati dalla Nazionale Italiana Pizzaioli alle pizzerie italiane che si sono distinte per aver realizzato le migliori pizze di Kamut e Vegane. Per il momento direi che può bastare 😉 nel prossimo post farò invece una carrellata dei libri presentati e prodotti interessanti visti e assaggiati… stay tuned come sempre!

Sana e Veganfest 2015 – Preview

ortaggi e verdureAnche quest’anno sarò una delle BLOGGER UFFICIALI del SANA di Bologna, Salone Internazionale del biologico e del naturale con all’interno il Veganfest, padiglione tutto dedicato al mondo vegan. Nelle giornate di sabato 12, domenica 13 e lunedì 14 settembre seguirò dal vivo i vari eventi, conferenze, cooking show, presentazioni di libri e di nuovi prodotti commentandoli con post e foto in tempo reale sulla mia pagina Facebook e sul mio profilo di Twitter. Ovviamente sul blog farò poi un bel reportage completo sulla fiera e su ciò che mi ha colpito o mi è piaciuto di più (vedi qui e qui quelli che avevo scritto l’anno scorso).
Quest’anno il programma degli eventi (trovate qui quello del Sana e qui quello specifico macro sanadel Veganfest) è ricco e interessante con corsi, convegni, presentazioni ma anche tanti cooking show. E non solo, ci saranno anche diversi eventi che si terranno nei vari stand come ad esempio quello della Macro Edizioni la quale, tra l’altro, organizzerà proprio al Sana la quinta tappa del The China Study Tour che, dopo il primo convegno tenutosi proprio al Sana di Bologna l’anno scorso, sta avendo un grande successo in varie città d’Italia.
Allo stand della rivista Funny Vegan si alterneranno cuochi e blogger con cooking show, presentazioni di libri, degustazioni e assaggi. Come potete vedere dal programma alle 12:30 ci sarà anche il mio che avrà il tema “Come rendere gustoso il tofu”. Preparerò dal vivo 2 ricette, una salata e una dolce, con il famigerato “formaggio di soia” che ormai tutti conoscono ma pochi sanno insaporire e cucinare nel modo giusto per renderlo veramente goloso e appetitoso.
novitàUn’altra bella iniziativa, che si ripete ormai da diversi anni, è il premio Sana Novità, assegnato in base alla votazione del pubblico a tre prodotti tra quelli segnalati dalle aziende espositrici, uno per ogni categoria merceologica (alimentazione, benessere, altri prodotti naturali). Ma quest’anno ci sarà anche il premio Coup de Coeur ovvero le tre blogger ufficiali della manifestazione (tra cui la sottoscritta 🙂 ) sceglieranno di premiare tre prodotti (ognuna ne sceglierà uno appartenente alla categoria di cui si occupa, nel mio caso, ovviamente, sarà l’Alimentazione) che le avranno “colpite al cuore” per originalità, innovazione e/o packaging accattivante. La premiazione si svolgerà lunedì 14 alle ore 16:00.
Infine il Sana City, ovvero il “fuori salone” del Sana per le vie di Bologna, un fitto programma di degustazioni, colazioni, aperitivi, cene, percorsi eno-gastronomici, mercatini bio e vari appuntamenti per grandi e bambini organizzati in collaborazione con EcoBioConfesercenti. Il sabato ci sarà persino la notte bianca!
Insomma anche quest’anno saranno giorni molto intensi, ringrazio l’organizzazione e l’ufficio stampa del Sana per avermi nuovamente scelta e invitata, non vedo l’ora 😉

Gazpacho

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Insieme alla paella il gazpacho è uno dei piatti tipici spagnoli più famosi, una zuppa fredda di ortaggi crudi, molto rinfrescante e ricca di vitamine, perfetta per la stagione calda. Non è la prima volta che lo faccio anzi, ne avevo già pubblicato qui una versione ispirata ad una ricetta di Simone Salvini, a base di solo pomodoro, molto semplice. Questo invece è più simile al gazpacho tradizionale, ma senza la mollica di pane raffermo, come prevederebbe la ricetta originale, in modo da renderlo più leggero, senza glutine e crudista! Visto che siamo a fine estate ma ancora abbondano pomodori, cetrioli e peperoni e fa relativamente caldo, ho pensato di dare un ultimo saluto alla bella stagione con questo piatto colorato.

Ingredienti per 2 porzioni abbondanti o 4 medieimg_6920
400 g pomodori maturi misti tra san marzano e ciliegini
100 g peperone rosso
1 cetriolo medio
50 g cipolla rossa pesata già pulita
1 pezzetto di peperone giallo
2 cucchiai olio EVO
1 cucchiaio aceto di mele
erba cipollina fresca e qualche pomodorino per decorare

Tagliate a pezzi i pomodori, il peperone rosso, la cipolla e 100 g di cetriolo pesato pulito e senza buccia, quindi frullate tutto con un mixer, il più finemente possibile. Filtrate con un colino, schiacciando bene col dorso di un cucchiaio lo scarto che resta sul colino. In questo modo otterrete una passata liscia e spumosa, più piacevole al palato e più digeribile. Conditela con un po’ di sale, l’olio e l’aceto e distribuitela in piatti fondi (ma anche bicchierini se servirete il gazpacho come antipasto o aperitivo). Sbucciate il cetriolo rimasto e tagliatelo a rondelle e poi ogni rondella in 4, tagliate il peperone giallo a striscioline (io le ho tagliate in orizzontale in modo che ricordino la forma di un fiore). Decorate con i triangolini di cetriolo, le striscioline di peperone giallo, l’erba cipollina e i pomodorini. Arricchite se volete con un filo d’olio EVO e una spruzzata di pepe nero.

Crostata semicrudista al cioccolato con fichi secchi e freschi

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La dolcezza e il sapore dei fichi maturi siciliani e calabresi non ha eguali. In vacanza ne ho fatto scorpacciate. Adoro anche i fichi secchi, ma anche in questo caso non è facile trovarli buoni, italiani e al naturale (spesso hanno conservanti, additivi ecc.). A Milano ho trovato dei fichi della Basilicata, non buoni come quelli che ho mangiato nel “profondo sud” ma comunque non male e ho deciso di utilizzarli per un dolce. Sarebbe di fatto una ricetta crudista se non fosse per il cioccolato fondente che ho adoperato per la base e per decorare la superficie della torta. Per renderla crudista al 100% è possibile sostituirlo con cioccolato crudo, acquistabile online o nei supermercati biologici ben forniti. Attenzione perché il cioccolato crudo di solito è più amaro di quello classico fondente, e anche per quest’ultimo il grado di dolcezza cambia molto a seconda della percentuale di cacao utilizzato (al 50%, 60%, 70% e oltre). Personalmente non amo molto il cioccolato amaro e per questa ricetta ne ho utilizzato uno piuttosto dolce, ma se vi piace amaro (al 70% di cacao e più) scegliete pure quello che preferite 😉

Ingredienti per 4 porzioni (una tortierina da 16 cm)
Per la base: 

70 g mandorle con la pelleIMG_6343
70 g fichi secchi al naturale
40 g cioccolato fondente (io ne ho usato uno dolce ma vanno bene tutti, sceglietelo crudo per rendere la ricetta crudista al 100%)
Per la farcitura:
50 g fichi secchi

120 g fichi freschi (pesati con la buccia)
1 pizzico di vaniglia in polvere (fac.)
Per decorare:
4 o 5 fichi freschi piccoli
1 pezzetto di cioccolato (anche crudo, circa 20 g)

Sciacquate le mandorle, asciugatele con un panno o carta assorbente e tritatele a granella sottile con un mixer. Poi aggiungete i fichi secchi tagliati a pezzettini e frullate fino ad ottenere un composto ancora piuttosto granuloso ma che si compatta se lo stringete tra le mani. Unite quindi il cioccolato tagliato a pezzetti e continuate a frullare fino ad ottenere un impasto morbido e un po’ untuoso. Resterà sempre un pochino granuloso (per via dei semini dei fichi secchi) ma non importa, l’essenziale è che si compatti bene con le mani quando formerete una palla e la disporrete tra due fogli di carta forno. Con un mattarello stendetela in modo da formare un cerchio dallo spessore piuttosto sottile. Eliminate solo il foglio superiore e disponete la base sulla tortiera, facendola aderire bene ai bordi. Fate rassodare in frigo per almeno un’ora.
Nel frattempo preparate la farcitura frullando i fichi secchi tagliati a pezzetti insieme ai fichi freschi sbucciati fino ad ottenere una sorta di marmellata omogenea. Unite un pizzico di vaniglia a piacere.
Trascorsa almeno un’ora di tempo tirate fuori la base dal frigo, farcitela con la marmellata e decorate con i fichi freschi tagliati a fettine. Nello spazio libero tra le fettine lasciate cadere del cioccolato tritato grossolanamente a scaglie (per evitare che durante l’operazione si sciolga mettetelo prima per un’oretta in frigo). Lasciate riposare il dolce in frigo per almeno un’ora prima di servire.

Involtini di peperoni con patè di ceci ai capperi e crema di patate

CAM01181Quest’anno sono rimasta in Sicilia per quasi un mese, da fine luglio a fine agosto. Il 2 agosto sono stata invitata a preparare una cena vegana a buffet per 60 persone presso un’associazione privata. E’ stato il primo evento vegano che ho organizzato in Sicilia e in particolare a Noto, la mia città d’origine.  peperoniIl pubblico, tutto onnivoro, ha apprezzato moltissimo 🙂 Poi, finalmente, un po’ di meritato riposo godendomi il mare e cucinando piatti semplici con i buoni prodotti locali. D’estate in Sicilia faccio scorpacciate di pomodori e pomodorini maturi e dolci, melanzane tonde violette tenerissime e per nulla amare, zucchine lunghe, cipolle di Giarratana, saporiti peperoni corno, e ancora fichi, fichi d’india, meloni gialli, mandorle locali, pistacchi di Bronte… Di solito compro la frutta e la verdura non al supermercato ma nei negozi, nelle bancarelle e nei camion ambulanti che la fanno arrivare direttamente dalle campagne vicine. Spesso i fruttivendoli o i piccoli negozi di alimentari vendono i cosiddetti “pipi pipiarrustuti”, ovvero peperoni lunghi della varietà “corno”, dalla polpa compatta, poco acquosa e molto saporita. Si acquistano già arrostiti alla brace, da spellare, sfilettare e condire a piacere con sale, olio EVO siciliano saporito, aglio a fettine, poco succo di limone e basilico. Si lasciano macerare per qualche ora e si gustano con l’ottimo pane di grano duro locale. L’ultima sera prima di rientrare a Milano però, ho voluto sperimentare questa ricetta.

Ingredienti per 4 involtini grandi o 8 piccoli
4 peperoni lunghi rossi (peperoni corno)
500 g patate
500 ml brodo vegetale

Per il patè:
240 g ceci cotti e scolati
1 cucchiaio colmo di capperi sott’aceto
1 cucchiaio succo di limone
2 cucchiai olio EVO
Sale alle erbe, alcuni capperi e origano per decorare

Se avete la possibilità di cuocere i peperoni interi alla brace è meglio, altrimenti metteteli in forno sempre interi, a 220 gradi, su una teglia ricoperta di carta forno e girateli ogni tanto, fino a quando la pelle sarà abbrustolita. Per poterli spellare facilmente, una volta cotti richiudeteli dentro la stessa carta forno a mo’ di fagotto e metteteli dentro una pentola con coperchio. Lasciate intiepidire per una mezz’oretta, poi spellateli con le mani, tagliate la calotta superiore con il picciolo, incideteli per lungo e togliete i semi interni. Fate in modo da ricavare una falda unica per ciascun peperone o al massimo due se volete realizzare 8 involtini più piccoli.
Preparate il patè di ceci frullandoli insieme all’olio, il limone, i capperi ben sciacquati e 3 cucchiai circa d’acqua, aggiustate di sale e mettete da parte.
Sbucciate le patate, tagliatele a tocchetti e bollitele nel brodo vegetale fin quando saranno tenere. Poi scolatele conservando il brodo di cottura e frullatele a crema con un minipimer insieme ad una tazzina abbondante del loro brodo. Dovrete ottenere una crema fluida.
Disponete le falde di peperone su un piatto, spalmatele con una generosa cucchiaiata di patè di ceci e arrotolatele a mo’ di involtino, spolverizzando sopra poco sale alle erbe. Mettete sul fondo del piatto la crema di patate appena tiepida e sopra un involtino, completate con capperi, un filo d’olio EVO e origano a piacere. Servite come secondo piatto o antipasto.

Gelato al cocco

IMG_6299L’estate scorsa era stata molto fresca e piovosa, quest’anno invece ci siamo ripresi tutto il caldo che ci toccava con gli interessi e, da quando è iniziato luglio, a Milano le temperature oscillano fra i 32 e i 39 gradi, con la solita cappa di umidità 🙁
Che fare per ovviare al problema? Mangiare tantissimo crudo (sul blog trovate diverse ricette crudiste, colorate, allegre, nutrienti e gustose qui), insalatone ricche, frutta fresca di stagione e, ovviamente, sorbetti, granite e gelati come se piovesse 😀
Dopo il gelato di banana e il gelato alla nocciola, è la volta del gelato al cocco (al latte di cocco per la precisione), senza zucchero e senza grassi aggiunti ma ricco di sapore. Ricettina facilissima senza bisogno di gelatiera.

Ingredienti per 4 coppetteIMG_6295
2 lattine di latte di cocco da 400 ml ciascuna (fate attenzione che gli ingredienti siano solo cocco e acqua, senza altri ingredienti, conservanti o additivi)
4 cucchiai di sciroppo d’agave o d’acero (sostituibile con malto di riso o di mais)
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere naturale
cocco grattugiato e scaglie o gocce di cioccolato per la decorazione

Mettete le lattine in frigo per almeno 3 o 4 giorni, meglio se per una settimana. Con l’azione del freddo la parte più grassa e bianca, simile ad una crema densa e “pannosa” si separerà dalla parte liquida e verrà a galla. E’ proprio questa che ci serve per il gelato. Prendete quindi dal frigo le lattine e senza agitarle o capovolgerle apritele ed estraete con un cucchiaio la parte cremosa che trovate in superficie, dovrà pesare in tutto circa 500 g. La parte liquida rimasta sul fondo delle lattine può essere utilizzata per i frullati, negli impasti di torte e dolci, ma anche, volendo, da bere così com’è.
Mettete la “panna” di cocco in un contenitore provvisto di coperchio e mescolatela con lo sciroppo e la vaniglia. Chiudete il contenitore e riponetelo in freezer per circa 4  o 5 ore, mescolandolo almeno 2 o 3 volte per impedire che congeli in un unico blocco. Quando il gelato è pronto lasciatelo a temperatura ambiente per 5 minuti, date un’ultima mescolata in modo che acquisisca la giusta cremosità e servitelo cospargendolo di cocco grattugiato (volendo anche pezzetti di cocco fresco), scaglie o gocce di cioccolato, ma anche, a piacere, scorza di lime grattugiata.

“Raw-violi” di zucchina con “raw-cotta” di anacardi alle erbe e sugo di pomodoro

IMG_6271Quest’inverno ho provato a fare i classici ravioli (in Sicilia si usano ripieni di ricotta e conditi con semplice sugo al pomodoro) ma non mi hanno entusiasmato al punto da pubblicarne la ricetta sul blog. Mi ero proposta di rifarli ma poi l’inverno è passato, e pure la primavera :-/ e tra un impegno e l’altro mi sono ritrovata quasi in piena estate! Con il caldo non mi va tantissimo di accendere fornelli e nella mia alimentazione la percentuale di crudo aumenta di brutto… Così ho IMG_6269pensato di creare la versione raw dei ravioli, ovvero i raw-violi!
Ci sono diverse ricette simili sul web ma come sempre dopo averne guardate 2 o 3 ho fatto di testa mia. Il segreto per la riuscita di questo piatto sono a mio avviso le erbe aromatiche fresche, mi piace moltissimo usarle in cucina (e per questo ringrazio soprattutto il grande chef Simone Salvini che mi ha insegnato ad usarle) e le coltivo in vaso, attualmente ho: timo, maggiorana, erba cipollina, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, timo limone, origano e menta ^_^ . Potete naturalmente variarle a piacere in base ai gusti.

Ingredienti per 2 persone
1 grossa zucchina rotonda
1 pizzico di sale e poco succo di limone per la marinatura
Per la “raw-cotta”:
50 g anacardi ammollati per almeno 6 ore
30 g mandorle pelate e ammollate per almeno 6 ore
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaino colmo di lievito alimentare in scaglie
1 piccolo mazzetto di erba cipollina
3 rametti di maggiorana
3 rametti di timo
Per il sugo al pomodoro:
25/30 g pomodori secchi sott’olio
100 g pomodori piccadilly o pachino
2 o 3 foglie di basilico

Per prima cosa eliminate le due estremità della zucchina e con un coltello affilato oppure con una mandolina ricavatene 8 fettine rotonde piuttosto sottili. Non devono essere spesse ma neppure troppo sottili altrimenti c’è il rischio che si rompano. Mettetele in un piatto a marinare con un pizzichino di sale e poco succo di limone.
Preparate la raw-cotta: Scolate gli anacardi e le mandorle dall’acqua di ammollo e sciacquateli bene in un colino. Scolateli e frullateli con un mixer prima brevemente da soli e poi insieme al succo di limone, un pizzico di sale e 4 o 5 cucchiai d’acqua fino ad ottenere una crema tipo “ricotta”. Unite il lievito alimentare e le erbe tritate e tenete da parte.
Preparate il sugo: Sciacquate bene i pomodori per eliminare tutto l’olio e il sale in eccesso (se sono molto salati lasciateli in ammollo per una decina di minuti). Tagliateli a pezzetti e frullateli sempre col mixer insieme ai pomodori freschi e al basilico.
Assemblate i raw-violi: Prendete le fette di zucchina marinata (che nel frattempo saranno diventate morbide) e farcitele ciascuna con un cucchiaino di “raw-cotta” alle erbe, ripiegandole delicatamente a metà a forma di mezzaluna. Disponetele su un piatto e distribuite sopra il sugo al pomodoro, decorate con erbe aromatiche a piacere e servite subito.

Brownies crudisti alle nocciole

CAM00971Eccomi con una nuova ricettina dolce, sempre crudista e sempre a base di cacao crudo 🙂 E sì, perché come ho già accennato qui,  il cacao comune tostato che si trova in commercio perde nella tostatura molte delle sue proprietà. Allo stato crudo invece pare sia l’alimento naturale più ricco in assoluto di antiossidanti, in particolare flavonoidi e polifenoli, ma anche preziosi minerali e vitamine. Inoltre il suo effetto benefico sull’umore, energetico e tonificante, è molto più efficace. Se come me non siete abituati a bere caffè (io non l’ho mai bevuto in vita mia) attenzione a consumare cacao crudo alla sera perché rischiate di non riuscire a dormire!
Questi brownies non hanno nulla da invidiare a quelli classici tipici americani, con la grande differenza che non solo sono vegani e senza zucchero ma anche crudisti!
Per dolcificare ho usato datteri medjoul (quelli grossi e morbidi) e lo zucchero di cocco, ottenuto dal nettare dei fiori della palma da cocco, molto interessante dal punto di vista nutrizionale perché a basso indice glicemico. Sia il cacao crudo sia lo zucchero di cocco potete acquistarli online sul sito di ISWARI.

Ingredienti per circa 10 pezzi:
200 g nocciole sgusciate (non tostate)
210 g crema di datteri (ottenuta frullando 12 datteri medjoul insieme a 100 g d’acqua)
60 g cacao crudo
60 g zucchero di cocco (nettare dei fiori di palma da cocco)
20 g cocco grattugiato o rapé
mezzo cucchiaino da caffè di vaniglia in polvere

Passate al mixer le nocciole tritandole grossolanamente (non devono ridursi a farina ma a granella o pezzettini piccoli). Poi snocciolate e tagliate a pezzetti i datteri e frullateli insieme all’acqua per ottenere la crema di datteri (ne verrà un po’ di più rispetto alla dose necessaria, dipende dalla dimensione dei datteri, quella che avanza potete utilizzarla come una normale marmellata, spalmata su pane o gallette ecc).
Amalgamate le nocciole tritate al cacao setacciato, lo zucchero di cocco, il cocco grattugiato e la vaniglia, poi unite la crema di datteri e impastate dapprima con un cucchiaio poi con le mani. Dovrete ottenere un impasto non troppo morbido, con consistenza simile alla pasta frolla. Fatene un panetto e lasciatelo riposare e rassodare in frigo per un’oretta, poi riprendetelo e su un ripiano stendetelo con un mattarello tra due fogli di carta forno (per evitare che si appiccichi). Dovete lasciarlo piuttosto spesso, circa 2 centimetri. A questo punto con un coltello affilato tagliate dei quadrotti e se volete lasciateli riposare ancora un pochino in frigo. Al momento di servire spolverateli leggermente con poco cacao crudo o carruba in polvere.

Orecchiette fatte in casa aglio, olio e pomodori secchi

IMG_6210Tipiche della cucina popolare pugliese, le orecchiette sono un formato di pasta che mi è sempre piaciuto particolarmente. Farle in casa, come le donne meridionali di una volta, è semplicissimo, ci vuole solo un pochino di pazienza e di tempo. Tra i condimenti oltre alle classiche cime di rapa si può optare per un semplice sugo al pomodoro fresco e, perché no, aglio e olio! Io ho scelto quest’ultimo aggiungendo però pomodori secchi a pezzetti e un trito di erbe aromatiche.

Ingredienti per 2 persone: IMG_6208
160 farina (o semola) di grano duro (meglio se Senatore Cappelli)
40 g farina integrale
110/120 g circa di acqua tiepida
Per il condimento:
1 manciata di pomodori secchi sott’olio
1 spicchio d’aglio
mezza bustina di zafferano

erbe aromatiche fresche a piacere (basilico, prezzemolo, erba cipollina, maggiorana…)
2 cucchiai lievito alimentare in scaglie

IMG_6204Miscelate le due farine insieme in una ciotola e poi versate l’acqua a poco a poco impastando con le mani fino ad ottenere una pasta morbida che farete riposare per una mezz’oretta ricoperta da pellicola (per evitare che si asciughi e formi una crosticina all’esterno). Poi prendete l’impasto, staccatene dei pezzi e su un tagliere o ripiano di legno ricavate dei bastoncini piuttosto sottili (della dimensione di una matita circa). Con un coltello tagliate dei pezzetti, come per gli gnocchi ma più piccoli. Poi col dito schiacciateli contro il ripiano in modo da ottenere la forma di orecchiette (vedi immagine sopra). Fatele asciugare per qualche ora sul ripiano.
Cuocete le orecchiette in abbondante acqua salata, dopo circa 5 minuti dovrebbero essere pronte. Per il condimento: tagliate a pezzettini piccoli i pomodori secchi ben sgocciolati e soffriggeteli in padella pochi minuti insieme allo spicchio d’aglio, un po’ d’olio e lo zafferano. Versate nella padella le orecchiette cotte e ben scolate e fatele insaporire qualche minuto, poi unite le erbe aromatiche tritate e il lievito alimentare, mescolate e servite subito.

Vellutata di asparagi e patate

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In Sicilia si usano molto gli asparagi selvatici che si possono raccogliere in campagna nel periodo di marzo/aprile o anche trovare facilmente nei mercati rionali o dai fruttivendoli. Sono molto sottili e teneri ma hanno un gusto deciso e piuttosto amaro che non a tutti piace. Gli asparagi coltivati invece, quelli che comunemente si trovano in commercio un po’ dappertutto in questo periodo, sono a volte poco saporiti e duri… Il segreto è sceglierli non troppo grossi ma di medie dimensioni, freschi, dal colore verde brillante e poi pulirli bene e cuocerli nel modo giusto. Nella ricetta di questa vellutata, davvero semplicissima, vi spiego come.

Ingredienti per 2/3 persone:
1 mazzo da 500 g di asparagi verdi coltivati
2 patate medio-piccole (circa 300 g)
2 scalogni
1 manciata di prezzemolo fresco
olio EVO, sale q.b.

20170419_175858Lavate gli asparagi, tagliate le punte e sbollentatele per 5 minuti in 500 ml circa d’acqua leggermente salata. Nel frattempo pulite il gambo eliminando l’estremità più chiara e legnosa. Poi con un un pelapatate o un coltellino affilato pelate la parte inferiore e più grossa del gambo conservando lo scarto (che vi servirà per fare il brodo).
Scolate le punte e tenetele da parte, nella stessa acqua di cottura immergete gli scarti della pelatura del gambo, coprite e lasciate sobbollire per una quindicina di minuti.
Nel frattempo affettate gli scalogni, tagliate a rondelle i gambi degli asparagi puliti, sbucciate le patate e tagliatele a dadini. Fate stufare gli scalogni con un paio di cucchiai d’olio in una casseruola, poi unite gli asparagi a rondelle e le patate a dadini e fate insaporire per pochi minuti mescolando. Quindi unite il brodo di asparagi filtrato, coprite e lasciate cuocere fin quando il tutto sarà morbido e sarà rimasto un solo un po’ fondo di cottura. Frullate a crema con un minipimer a immersione, quindi impiattate disponendo sulla vellutata le punte degli asparagi precedentemente condite con un pizzico di sale e un goccio di olio EVO. Cospargete di prezzemolo tritato e servite non troppo calda.

Menu veg nelle mense universitarie italiane

locandinaIl progetto “Mens” Sana è un’iniziativa ideata dal movimento Whatmann che prevede di portare entro il 2016 una proposta di menu veg nelle mense universitarie italiane. Lo scopo è ridurre i piatti a base di carne e pesce e offrire un’alternativa veg non solo a vegetariani e vegani ma anche agli onnivori che almeno ogni tanto vorranno provare qualcosa di diverso, facendo così del bene agli animali, all’ambiente e alla propria salute.
Sul sito ufficiale potete trovare tutti i dettagli. Attualmente è in corso una raccolta firme a sostegno del progetto presso tutte le università statali d’Italia ma è possibile firmare direttamente online sul sito anche se non si è studenti o dipendenti universitari, per cui… firmate numerosi!
Io ho avuto l’onore e il piacere di essere stata scelta per ideare i piatti del menu che verrà proposto 🙂 Ho pensato a ricette semplici ed economiche ma allo stesso tempo gustose e invitanti, 4 primi, 4 secondi e 2 dolci, eccoli:
Primi
– Pasta al ragù di soia
– Pasta al pesto, pomodorini e fagiolini
– Risotto ai porri e zucca
– Couscous al curry piccante
Secondi
– Seitan aromatico con scorze di agrumi, rosmarino e salvia
– Burger di fagioli rossi
– Polpette di lenticchie al sugo di pomodoro
– Farinata di ceci alle erbe
Dolci
– Crostata di pasta frolla con confettura
– Torta al cocco con gocce di cioccolato

couscouspolpettecrostata

So che i ragazzi del movimento si stanno impegnando parecchio tra raccolta firme, diffusione sui mezzi mediatici (la loro pagina Facebook è questa) e partecipazione a eventi e fiere a scopo divulgativo. Dal canto mio farò il possibile per sostenere e pubblicizzare l’iniziativa sperando che le firme siano tante e che i rettori e i responsabili delle mense apprezzino e approvino. Vi aggiornerò sui prossimi sviluppi 😉