Crostata semintegrale al cacao con crema pasticcera di zucca e “ragnatela” di cioccolato

20161009_184418Non amo particolarmente Halloween, così come non impazzisco in generale per le “feste” (San Valentino, la festa della donna, la festa della mamma ecc.) però…. questo dolce lo volevo fare già dall’anno scorso e così quest’anno ho finalmente colto l’occasione 🙂
Ho pure comprato dei simpatici ragni pelosi e una zucchetta in ceramica (che è per la verità un porta candele ^_^ ). Si dà il caso tra l’altro che adoro i ragni e le ragnatele… e la zucca è il mio ortaggio autunnale preferito!IMG_7015

Ingredienti per una teglia rotonda da 26 cm
Per la frolla:
200 g farina 2 (semintegrale)20161009_200556
50 g farina integrale
15 g cacao amaro in polvere
130 g zucchero di canna integrale Dulcita
80 g latte di riso
70 g olio di mais
6 g lievito naturale per dolci (cremor tartaro+bicarbonato)

Per la crema:
500 g zucca delica pesata senza buccia
250 g latte di riso
4 cucchiai di sciroppo d’agave (sostituibile con sciroppo d’acero)
1/2 cucchiaino di vaniglia naturale in polvere
scorza di limone
Per la “ragnatela” di cioccolato:
50 g cioccolato fondente
1 cucchiaio di latte di riso

– Mescolate insieme in una ciotola la farina 2, quella integrale, il cacao amaro setacciato, lo zucchero e il lievito, quindi versate l’olio e iniziate ad impastare con le mani fino ad ottenere un composto sabbioso, poi unite il latte e continuate ad impastare fino ad arrivare ad una pasta morbida. Stendetela con un mattarello su un foglio di carta forno e con tutta la carta ponetela sulla teglia lasciando sotto la carta forno. Fate aderire bene la frolla al fondo della tortiera premendo bene con le dita anche sui bordi e soprattutto agli angoli. Bucherellatela con una forchetta e ricopritela con un foglio di carta alluminio sul quale avrete disposto uno strato bello fitto di fagioli secchi (serviranno con il loro peso a non far gonfiare e sollevare la frolla in cottura, il procedimento è uguale a quello descritto in questa ricetta). Infornate a 175 gradi per circa 20 minuti, poi estraete la tortiera dal forno, eliminate la carta stagnola con i fagioli e fate cuocere ancora in forno per altri 5/8 minuti. Toccandola con un dito il bordo dovrà essere bello duro mentre la parte centrale ancora un po’ morbida, si indurirà raffreddandosi. Fate raffreddare completamente e nel frattempo preparate la crema.
– Tagliate la zucca a pezzi e fatela bollire in un pentolino con il latte e un pezzo di scorza di limone intera. Quando la zucca sarà morbida e il latte completamente asciugato eliminate la scorza e frullate con un minipimer a immersione unendo la vaniglia in polvere e lo sciroppo d’agave. Se volete sentire maggiormente l’aroma del limone potete aggiungere un po’ di scorza grattugiata. Aggiustate e regolate eventualmente con altro sciroppo (dipende dalla dolcezza della zucca).
– Quando sia la crema sia la base della crostata saranno completamente fredde farcite la base con la crema livellandola bene. Fate poi fondere il cioccolato tagliato a pezzetti a bagno maria insieme al latte di riso. Lasciatelo intiepidire e mettetelo in una piccola pipetta (una bottiglina di plastica con un beccuccio bucato) oppure una sac à poche usa e getta dove avrete praticato un piccolissimo taglio in fondo in modo da far uscire il cioccolato a filo. Con molta attenzione e mano ferma partite dal centro e disegnate sopra la crema una spirale di cioccolato dal centro fino ai bordi. Poi con una bacchetta da sushi o la punta appuntita di un coltello tracciate delle linee a raggiera dal centro verso l’esterno. Otterrete così la “ragnatela” 🙂 Fate raffreddare e asciugare completamente il cioccolato per qualche ora prima di servire.
PS: Si conserva a temperatura ambiente meglio se coperta, la base risulterà bella croccante il giorno stesso ma si ammorbidirà molto il giorno successivo.

Tartellette integrali ai semi di lino con crema pasticcera di carote alla vaniglia e kiwi

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Come ho già scritto in post precedenti (vedi ad esempio questo) i corsi che sto frequentando alla Joia Academy, la scuola di cucina gourmet del ristorante vegetariano Joia di Milano, mi stanno dando tantissimi spunti e idee, oltre che preziosi insegnamenti tecnici.
Una delle ricette apprese durante la lezione sui dolci era una fantastica millefoglie integrale con crema pasticcera di carote. Sì avete letto bene, non “alle carote” ma proprio “di carote” ovvero gli unici ingredienti sono carote, scorza di limone, vaniglia, zucchero o altro dolcificante a piacere (io ho optato per lo sciroppo d’agave) e un goccino d’olio. Detto così magari può sembrare anche poco invitante ma credetemi, se non l’avete mai provata non potete capire quanto sia golosa! E incredibilmente simile per gusto, profumo e consistenza alla crema pasticcera tradizionale… anch’io, prima di assaggiarla non l’avrei mai creduto. Tra l’altro è leggerissima, l’avrei mangiata tutta a cucchiaiate!
Ho però cambiato la ricetta originale trasformando la millefoglie in tartellette di brisè croccanti e solo leggermente dolci, farcite con la sublime crema di carote e guarnite con spicchi di kiwi che fanno da contrasto dando un tocco di acidità.

Ingredienti per una decina di tartellette:
Per la brisé: 
130 g farina integrale
30 g semi di linoIMG_6728
40 g olio evo dal sapore delicato
70 g acqua
20 g zucchero di canna integrale di tipo Dulcita
1 pizzico di sale
Per la crema:
500 g carote pesate già pulite
2 cucchiai olio evo dal sapore delicato
1 bel pezzo di scorza di limone bio
1 cucchiaino da caffè di vaniglia naturale in polvere
50 g sciroppo d’agave
1 pizzico di sale
un paio di kiwi maturi ma sodi

Preparate la brisè mescolando insieme in una ciotola la farina, i semi, lo zucchero e il sale. Poi unite l’olio e iniziate ad impastare con le mani fino ad ottenere un composto “sbricioloso”. Versate quindi l’acqua a poco a poco fino ad ottenere una pasta morbida che avvolgerete nella pellicola e lascerete riposare per 20/30 minuti in frigo.
Nel frattempo grattugiate le carote e ponetele in una padella con i due cucchiai d’olio e il pizzico di sale (servirà a far uscire i liquidi), mescolate per circa un minuto a fuoco vivace, poi abbassate il fuoco al minimo, coprite con coperchio e lasciate stufare piano piano controllando ogni tanto che non si asciughi troppo ed aggiungendo poco per volta un goccio d’acqua (ma proprio un goccio alla volta, le carote non devono bollire ma stufare lentamente, solo così diventeranno dolci al punto giusto). Dopo circa 20 minuti aggiungete la scorza di limone intera e la vaniglia, coprite nuovamente e lasciate cuocere ancora per una decina di minuti, alla fine dovrete ottenere un composto asciutto. Togliete la scorza di limone e mettetelo nel bicchiere del minipimer a immersione insieme allo sciroppo d’agave frullando bene in modo da ottenere una crema morbida e liscia. Assaggiate e se vi sembra che l’aroma di limone non si senta abbastanza prelevate un pezzetto dalla scorza cotta insieme alle carote e frullatelo insieme alla crema.
Ponete la brisè su un foglio di carta forno e stendetela molto sottile (pochi millimetri). Con un coppapasta rotondo ricavate dei dischi che andrete a posizionare su dei pirottini per muffin rovesciati a testa in giù e unti leggermente d’olio con un pennello da cucina (il procedimento è lo stesso dei cestini che trovate in questa ricetta solo che in questo caso le tartellette avranno i bordi piuttosto bassi). Fate aderire bene il disco di brisè sui pirottini modellandolo con le mani, quindi bucherellatelo con una forchettina e disponete i pirottini a testa in giù su una teglia da forno infornandoli a 180 gradi per 15 minuti circa. Quando saranno cotti e leggermente bruniti sfornateli, lasciateli intiepidire e staccate con delicatezza le tartellette dai pirottini. Lasciatele raffreddare completamente, poi, poco prima di servire, farcitele con la crema di carote e guarnite con spicchi di kiwi (eventualmente sostituibili con altra frutta leggermente acida come fragole o frutti di bosco).
PS: consiglio di farcire i pirottini non troppo tempo prima di consumarli per evitare che la crema inumidisca troppo la base di brisè togliendole croccantezza.

Cestini di pasta brisé con paté di lenticchie alla curcuma, verza e pomodorini secchi

cestini nataliziDi solito la gente durante le feste cucina tantissimo… be’, io invece mi riposo 🙂 Per Natale sono stata invitata (ho preparato e portato solo un’insalata russa, un secondo veg alternativo e dei dolcetti) e per Capodanno… relax assoluto: cenetta semplicissima (ma romantica) in due e brindisi di mezzanotte con una tazza fumante di camomilla! 😀 Vorrei però condividere la ricetta di questo antipastino molto sfizioso che va bene non solo per le feste ma per tutte le occasioni. L’idea dei “cestini” di pasta brisé è dello chef Gennaro di Uscio&Bottega, con il quale ho tenuto a fine novembre un interessante corso di cucina a tema natalizio. Al corso li avevamo riempiti con verdurine varie stufate in padella, in questo caso invece li ho farciti con un paté di lenticchie verdi alla curcuma (una delle mie spezie preferite) e arricchiti con verza e pomodorini secchi siciliani, dolci e morbidi 🙂

Ingredienti per 7/8 cestiniIMG_5982
Per la brisé:
100 g farina tipo 0
100 g farina integrale
60 g olio EVO
60 g acqua
5 g sale
Per il paté
200 g lenticchie verdi grandi
3 pomodorini secchi sott’olio (6 pezzi visto che ogni pezzo è mezzo pomodorino)
2 scalogni
1 foglia d’alloro
1 manciata abbondante di prezzemolo fresco
1 cucchiaino raso di curcuma in polvere

olio EVO, sale q.b.
Per guarnire:
200 g foglie di verza (private della costola centrale più grossa e dura)
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai d’olio EVO
sale alle erbe, maggiorana secca, pomodorini secchi sott’olio, pepe nero (fac.) 

Preparate la brisé mescolando in una ciotola le due farine e il sale, versate l’olio e iniziate ad impastare con le mani, poi l’acqua continuando ad impastare fino ad ottenere IMG_5986un impasto morbido e omogeneo. Stendetelo piuttosto sottile con un mattarello e con un coppapasta ricavatene 7 o 8 dischi, dipende dalla grandezza dei pirottini che utilizzerete per i cestini. Capovolgete i pirottini di alluminio (quelli per muffin) e spennellateli leggermente d’olio, posizionate sopra il disco di brisè facendolo aderire bene anche ai bordi (altrimenti in forno rischia di aprirsi) . Bucherellate la parte superiore con una forchetta e infornate a 180 gradi per 20/25 minuti.
Nel frattempo preparate il ripieno: fate soffriggere in un paio di cucchiai d’olio lo scalogno tritato, i pomodorini tagliati a pezzetti, la foglia di alloro e il prezzemolo, poi unite le lenticchie sciacquate e ben scolate (di solito non c’è bisogno di ammollo preventivo, ma controllate sulla confezione). Fate insaporire per un minuto mescolando e poi versate 700 ml circa d’acqua. Coprite e lasciate sobbollire fin quando le lenticchie saranno ben cotte e l’acqua completamente asciugata. Poi eliminate la foglia di alloro e frullate tutto il resto insieme alla curcuma aggiustando di sale, dovrete ottenere un paté cremoso ma ben compatto.
Tagliate la verza a striscioline sottilissime e stufatele in padella con l’olio, lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima e una spruzzata di sale alle erbe. Quando si sarà ammorbidita spolverate di maggiorana secca e pepe nero macinato al momento.
Farcite i cestini riempiendoli fino all’orlo col paté di lenticchie, completate con la verza stufata e mezzo pomodorino. Servite appena tiepido.

Biscotti rustici senza zucchero con farina di castagne e prugne secche

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Le castagne, insieme alla zucca, sono uno dei miei “must” dell’autunno. Le adoro al naturale, lessate o al forno, ma anche le classiche caldarroste acquistate per strada nei pomeriggi autunnali in giro per Milano: impagabili! Non ho invece mai amato né i marron glacé, né i dolci  in genere a base di farina di castagne come il castagnaccio. Non avrei quindi mai sperimentato un dolce con farina di castagne se non fosse stato per una richiesta specifica di una mia allieva a cui do’ lezioni di pasticceria vegana. Mi ha richiesto espressamente dei biscotti e, dopo qualche tentativo, sono arrivata a questa ricetta, che, secondo me, merita molto in termini di gusto, anche se l’aspetto rimane rustico, una sorta di “brutti ma buoni”!

Ingredienti per una ventina di biscotti
90 g farina di castagne
60 g farina integrale
100 g sciroppo (o malto) di riso
6 g lievito per dolci
60 g prugne secche denocciolate
50 g olio di mais 
scorza di limone grattugiata

Mescolate tra loro le due farine, il lievito, la scorza di limone e le prugne secche tritate finemente a coltello. Miscelate insieme lo sciroppo e l’olio e poi versatelo sugli ingredienti secchi impastando con le mani fino ad ottenere una pasta morbida e un po’ unta. Unite eventualmente un altro goccino d’olio se vi sembra troppo dura. Staccate delle palline di circa 20 g ciascuna, appiattitele leggermente e posizionatele su una teglia ricoperta di carta forno. Infornate a 175 gradi per circa 10/15 minuti. Controllate la cottura perché sotto tendono a colorirsi un po’ troppo mentre sopra restano chiari. In ogni caso quando li sfornate dovranno essere morbidi, si induriranno raffreddandosi.
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PS: se volete fare un piccolo decoro e vi piace sentire maggiormente l’aroma di limone prelevate dei filettini di scorza di limone con uno “zester”, piegateli a ricciolino e premeteli sui biscotti prima di infornarli.

Piadina integrale homemade con salsa tartara, fagiolini, pomodorini, mais ecc.

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Domattina presto parto per Bologna per seguire il SANA, Salone Internazionale del biologico e del naturale. C’ero stata anche l’hanno scorso (vedi questo post in proposito) e avevo trovato tutto molto interessante, soprattutto il VEGANFEST, grande padiglione all’interno della fiera, tutto dedicato al mondo vegan. Quest’anno però è diverso Testata6Bloggerperché sarò una delle blogger ufficiali della manifestazione e seguirò i vari eventi, conferenze, showcooking, presentazioni ecc. in tempo reale, commentandoli con post e foto sulla mia pagina Facebook. Ovviamente sul blog farò poi un bel reportage completo (magari anche due) sulla fiera e su ciò che mi ha colpito o che mi è piaciuto di più. Sono molto contenta di essere stata scelta, sarà certo una bella maratona, ma non vedo l’ora!
Ora vi lascio una ricettina semplice ma, come al solito, molto golosa (giusto perché stasera mi sentivo in vena di piadina romagnola, ovviamente autoprodotta e opportunamente rivisitata 🙂 ) e ci vediamo al SANA! Se non ci sarete seguitemi sulla pagina Facebook e sul blog!

Ingredienti per 4 piadine:
250 g farina integrale bio (anche di farro)
130 ml circa d’acqua tiepidaIMG_5656
1 punta di cucchiaino di bicarbonato oppure di cremor tartaro (o tutti e due)
7 g sale fino

Ingredienti per la salsa tartara:
una dose di maionese veg fatta secondo questa ricetta)
4 cetriolini sott’aceto (o in agrodolce)
1 cucchiaio di capperi sott’aceto
4 olive verdi denocciolate
un mazzetto d’erba cipollina
una manciata di prezzemolo fresco

Per le piadine:
Mescolate la farina col bicarbonato e/o il cremor tartaro e con il sale, poi unite a filo l’acqua impastando con le mani fino a formare un impasto bello morbido che farete riposare in una ciotola per mezz’ora ricoperto con un panno umido o da pellicola trasparente (per evitare che si IMG_5649secchi a contatto con l’aria). Trascorso la mezz’ora di riposo riprendete l’impasto e dividetelo in 4 palline da circa 100 g ciascuna, stendetele con un mattarello piuttosto sottili cercando di dare loro una forma più regolare possibile. Scaldate bene una padella a fuoco vivace e cuocete le piadine da entrambi i lati per pochi minuti bucherellandole con una forchetta facendo attenzione che non si brucino.
Per la salsa tartara:
Preparate la maionese secondo la ricetta che trovate qui lasciando la maionese nel boccale del minipimer o del frullatore. Poi unite i cetriolini e le olive a pezzetti e i capperi sciacquati e ben strizzati e date un’altra frullata. Ponete la salsa in un contenitore e unite l’erba cipollina e il prezzemolo tritati molto fini. Riponete in frigorifero fino all’utilizzo.
Farcite le piadine con abbondante salsa, foglie di lattuga, pomodorini, fagiolini cotti al vapore, olive a rondelle e chicchi di mais, ma potete variare le verdure a piacere.
PS: potete scegliere se farcire e chiudere le piade alla maniera classica oppure presentarle aperte su un piatto da mangiare con coltello e forchetta.

Guacamole mediterraneo con tortilla chips integrali al forno

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Di solito quando dico che l’avocado non mi piace la gente mi guarda stranita: “ma come!? Io lo adoro! Lo mangio tutti i giorni! Non potrei farne a meno!” ecc. A me invece proprio non piace, ma sono gusti. E poi, essendo comunque un frutto tropicale che viene da lontano, farne un uso frequente o addirittura quotidiano non mi sembra molto etico (anche per le banane vale lo stesso discorso, infatti quando le compro scelgo sempre quelle del commercio equo e solidale). Alla fiera Fa’ la cosa giusta però (vedi in proposito il post CAM00079pubblicato sotto) ho trovato gli avocadi siciliani, cioè coltivati in Sicilia e commercializzati direttamente dal produttore. Così, non ho resistito alla tentazione di comprarli e, con mia sorpresa, il gusto e il grado di maturazione erano molto migliori di quelli tropicali che avevo finora assaggiato. Ho colto quindi l’occasione per lanciarmi in un ottimo guacamole (per chi non sapesse è una salsa tipica messicana a base di avocado che pare risalga al tempo degli Aztechi!). Ne ho fatto però una versione “mediterranea” con avocadi siciliani, pomodorini pachino dop, scalogno al posto della cipolla, succo di limone al posto del lime e prezzemolo al posto del coriandolo. Li ho accompagnati con delle tortilla chips, ovvero le classiche “patatine” messicane triangolari a base di farina di mais, ma in versione integrale e “light”, cioè cotte al forno senza olio anziché fritte… ugualmente croccanti e gustose ma molto più leggere!

Ingredienti per 2 persone
Per il guacamole
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2 avocadi piccoli o uno grande
il succo di mezzo limone
uno scalogno
un pizzico di sale
3 pomodorini pachino
una manciata di prezzemolo tritato
Per le tortilla chips
50 g farina mais fioretto
50 g farina integrale di grano tenero + q.b. per infarinare il piano di lavoro
2 cucchiai d’olio EVO
50 g acqua
3 g sale

un cucchiaino di paprika dolce
un pizzico di peperoncino piccante

Iniziate dalle tortilla chips amalgamando le due farine, la paprika, il sale e il peperoncino in una ciotola. Poi mescolate insieme l’olio e l’acqua e versate sopra gli ingredienti secchi impastando con le mani. L’impasto risulterà un po’ molle e leggermente appiccicoso ma non vi preoccupate, infarinate bene un piano di lavoro e stendetelo con un mattarello più sottile che potete (circa un paio di mm). Se si appiccica troppo aggiungete un altro pochino di farina. Ritagliate dei triangolini e disponeteli sulla placca del forno ricoperta di carta forno. Infornate a 200 g per circa 10 minuti, devono risultare croccanti e dorati. (controllateli spesso perché bastano un paio di minuti in più per farli bruciare!).
Mentre raffreddano preparate il guacamole sbucciando gli avocadi e schiacciandone la polpa in un piatto fondo con una forchetta (potete anche frullarli ma io preferisco la consistenza un po’ rustica). Unite il succo di limone, lo scalogno tritato finemente, il sale, i pomodorini tagliati a pezzettini molto piccoli e il prezzemolo tritato. Servite come antipasto, aperitivo o stuzzichino.

Pane integrale con i semini

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Al workshop di Simone Salvini sulla panificazione e piccola pasticceria abbiamo visto come si avvia la pasta madre, come si mantiene e come si usa per la preparazione di un ottimo pane tutto naturale. Adesso vi aspetterete una bella ricetta di pane con pasta madre e invece… purtroppo no, non mi sento ancora pronta. Al workshop è stata distribuita, per chi la voleva, un po’ di pasta originale del Joia, (ristorante di alta cucina vegetariana dove Salvini ha lavorato diversi anni insieme allo chef stellato Pietro Leemann), avviata circa 25 anni fa, per cui una grossa responsabilità per chi la prendeva…. E sì, perché la pasta madre è come un essere vivente, se ce l’hai devi mantenerla in vita, curarla, rinfrescarla tutti i giorni e utilizzarla spesso. Dato che a casa mia consumiamo pochissimo pane, sarebbe stato uno spreco inutile per cui non l’ho presa. Se mi serve del buon pane fresco perché devo organizzare un aperitivo o un evento o semplicemente perché ho degli ospiti, piuttosto lo faccio al volo col lievito di birra ovvero Saccharomyces cerevisiae, questo è il suo vero nome. Il gusto è ugualmente buono (anzi, non ha quel retrogusto leggermente amarognolo che può dare la pasta madre), la lievitazione molto più veloce, l’uso e consumo molto più pratico. Certo, ad alcuni il lievito di birra può dar problemi di intolleranza o gonfiori ed è sconsigliato alle donne in caso di Candida, ma, c’è da dire che d’altro canto ha anche delle ottime proprietà nutrizionali, soprattutto vitamine del gruppo B (per maggiori info vedi qui). La ricetta della pasta madre comunque la conservo gelosamente, in futuro prima o poi mi deciderò…
Eccovi quindi, almeno per adesso, il mio pane, integrale, semplice e veloce. Volendo i semini si possono omettere ma sono sani, buoni e danno più gusto.

Ingredienti:
300 g farina integrale di grano tenero
200 g farina di grano duro (semola  di grano duro)
300 g acqua tiepida
8 g lievito di birra secco
1 cucchiaino raso di zucchero di canna
15 g sale
50 g semi misti (zucca, girasole, lino, sesamo…)

Sciogliete il lievito e lo zucchero in un pochino dell’acqua prevista e aspettate che si formi in superficie un patina schiumosa bianca (indica che il lievito si è attivato). Nel frattempo mischiate le due farine e i semi in un scodella capiente, fate un buco al centro e disponete il sale vicino ai bordi del contenitore. Versate il lievito disciolto al centro del buco, in modo che non venga a contatto diretto col sale ai bordi, e iniziate ad impastare dapprima con una sola mano (io uso la destra per impastare e con la sinistra verso l’acqua a poco a poco). Lasciate il sale intoccato ai bordi il più possibile. Aggiungete IMG_5135IMG_5136l’acqua e continuate ad impastare energicamente per almeno una decina di minuti trasferendo l’impasto su un ripiano o tagliere, la pasta dovrà essere compatta e soda. Formate un panetto e fatelo lievitare coperto da un telo leggermente inumidito al riparo da eventuali correnti d’aria. Aspettate almeno un paio d’ore e comunque fino aIMG_5213 quando avrà raddoppiato il suo volume. Trascorso questo tempo date un’altra impastata veloce, formate due pani e disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta forno. Lasciateli lievitare ancora un’oretta, poi scaldate il forno a 190 gradi e infornateli per una trentina di minuti. Controllate la cottura perché ogni forno è diverso, la crosta deve diventare bella dorata. Quando è cotto lasciateli raffreddare almeno un’ora prima di tagliarli.

Pizza semintegrale con farina di grano duro e “besciarella” autoprodotta


Dopo la pasta fatta in casa un’altra grande soddisfazione: la pizza!
Allora, partiamo dall’inizio: è da una vita che voglio fare una buona pizza, ma con quale farina? E la mozzarella? Col solo pomodoro proprio non riesce a piacermi! Non volevo usare la farina di grano tenero 0 perchè troppo raffinata e l’integrale, con il suo vago sentore leggermente amarognolo, ottimo per il pane, non mi convinceva del tutto per la pizza. Ho pensato allora di mischiarla con la farina di grano duro (molto usata in Sicilia per pizze e focacce, come le tipiche “scacce” ripiene) che tra l’altro dà consistenza e croccantezza. Per quanto riguarda la mozzarella, la migliore soluzione è stata la più semplice: niente più che una besciamella piuttosto densa e insaporita con un po’ di dado vegetale. Vi assicuro che il risultato è stato davvero soddisfacente!

Ingredienti per due pizze grandi:
200 g farina di grano tenero integrale
300 g farina di grano duro
300 g acqua tiepida
8 g lievito di birra secco
un cucchiaino raso di zucchero di canna

40 g olio EVO
14 g sale
Per farcire:
500 ml latte di soia non dolcificato
40 g maizena
3 o 4 cucchiai d’olio EVO

1 cucchiaino di dado vegetale bio
400 g passata di pomodoro, origano

Sciogliere il lievito e lo zucchero in un pochino dell’acqua prevista e aspettare che si formi in superficie un patina schiumosa bianca (indica che il lievito si è attivato). Nel frattempo mischiare le due farine, il sale e l’olio e iniziare ad impastare con l’acqua. Poi aggiungere il lievito e continuare ad impastare energicamente per una decina di minuti, la pasta dovrà essere compatta e soda. Far lievitare coperta da un telo inumidito al riparo da eventuali correnti d’aria, io l’ho messa dentro il forno spento. Aspettare almeno un paio d’ore e comunque fino a quando avrà raddoppiato il suo volume. Trascorso questo tempo stenderla con un mattarello, disporla nelle teglie e lasciarla lievitare ancora un’oretta.
Intanto mettere la passata di pomodoro (consiglio la Mutti, per me è la migliore) in un colino a maglie strette per far scolare l’acqua contenuta in eccesso (si può anche evitare di farlo ma aiuta a renderla più concentrata e meno liquida). Poi preparare la “besciarella” facendo scaldare in un pentolino l’olio. Fuori dal fuoco aggiungere la maizena e amalgamare bene fino a formare una pastella. Rimettere sul fuoco e unire a poco a poco il latte mescolando energicamente per sciogliere i grumi (se ne dovessero rimanere dare una passata col minipimer). Unire il dado (il mio è biologico e 100% naturale), assaggiare per controllare la sapidità e far bollire a fiamma vivace un paio di minuti, poi spegnere il fuoco e fare intiepidire mescolando ogni tanto.
Condire le pizze con la passata, la “besciarella”, una generosa spruzzata di origano e infornare a 225 gradi per circa 10 minuti. A piacere un filo d’olio EVO a crudo.
E sì… da questo punto di vista sono proprio italiana, pasta e pizza per me sono irrinunciabili!

Crespelle estive ripiene di bietole al pomodoro

Ho già postato un po’ di tempo fa la ricetta delle crepes con farina di ceci, facili, buone e leggere. Questa è una versione estiva che ho offerto come secondo alla cenetta preparata ieri sera per il mio papi e il mio fidanzato. Il bello di queste crepes o crespelle è che vanno bene sia come primo, magari disposte su una teglia, coperte di besciamella e gratinate in forno, sia come secondo, farcite di verdure, legumi e/o tofu e condite con un filo d’olio o spennellate con qualche salsina…

Ingredienti per circa 6 crespelle grandi:
100 g farina di ceci
50 g farina integrale o semintegrale
300 ml acqua fredda
2 piatti di bietole erbette lessate
3 spicchi d’aglio
4 pomodori perini
olio EVO
una tazzina di concentrato di pomodoro
prezzemolo fresco

Preparate la pastella mescolando la farina di ceci con quella integrale e poi versando l’acqua e amalgamando bene con una frusta. Aggiungete un bel pizzico di sale e lasciate riposare almeno mezz’ora. Nel frattempo soffriggete l’aglio tritato in olio EVO, unite i pomodori spellati a pezzetti, lasciate restringere il sughetto e poi unite le bietole ben scolate e tagliuzzate. Fate insaporire e asciugare.
Poi preparate le crepes secondo il procedimento che ho descritto qui e farcitele con le bietole al pomodoro. Per il “topping” mescolate il concentrato di pomodoro (a mio parere il Mutti è il migliore) con un paio di cucchiai d’olio EVO saporito e un po’ d’acqua.  Versate sopra e cospargete di prezzemolo tritato. Servite tiepide.

Farifrittata ai porri


Sembra una classica frittata di uova e invece è una “fari-frittata”, ovvero una normale frittata in padella ma a base di farina, in questo caso di ceci e di grano integrale. Per cui zero colesterolo e zero galline in gabbia, in compenso tutto gusto e salute!

Ingredienti:
100 g farina di ceci
50 g farina integrale
300 ml acqua
2 porri
una manciata di prezzemolo
olio EVO
sale

Versate le due farine in una terrina e unite l’acqua a poco a poco mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo senza grumi. Aggiungete un generoso pizzico di sale e lasciate riposare almeno mezz’ora. Nel frattempo soffriggete i porri a rondelle con un po’ d’olio e un pizzico di sale. Una volta cotti e intiepiditi mescolateli alla pastella, aggiungete il prezzemolo e versate il tutto in una padella unta d’olio, esattamente come per la frittata di uova. Fate rapprendere bene e dorare da entrambi i lati facendo attenzione quando la rigirate (con un piatto o un coperchio) perchè è piuttosto fragile e tende a rompersi. Io di solito la servo con contorno di insalata di pomodori che ci sta benissimo.

PS: Al posto dei porri si possono usare le cipolle o le zucchine e aggiungere erbe aromatiche a piacere.