Orecchiette fatte in casa aglio, olio e pomodori secchi

IMG_6210Tipiche della cucina popolare pugliese, le orecchiette sono un formato di pasta che mi è sempre piaciuto particolarmente. Farle in casa, come le donne meridionali di una volta, è semplicissimo, ci vuole solo un pochino di pazienza e di tempo. Tra i condimenti oltre alle classiche cime di rapa si può optare per un semplice sugo al pomodoro fresco e, perché no, aglio e olio! Io ho scelto quest’ultimo aggiungendo però pomodori secchi a pezzetti e un trito di erbe aromatiche.

Ingredienti per 2 persone: IMG_6208
160 farina (o semola) di grano duro (meglio se Senatore Cappelli)
40 g farina integrale
110/120 g circa di acqua tiepida
Per il condimento:
1 manciata di pomodori secchi sott’olio
1 spicchio d’aglio
mezza bustina di zafferano

erbe aromatiche fresche a piacere (basilico, prezzemolo, erba cipollina, maggiorana…)
2 cucchiai lievito alimentare in scaglie

IMG_6204Miscelate le due farine insieme in una ciotola e poi versate l’acqua a poco a poco impastando con le mani fino ad ottenere una pasta morbida che farete riposare per una mezz’oretta ricoperta da pellicola (per evitare che si asciughi e formi una crosticina all’esterno). Poi prendete l’impasto, staccatene dei pezzi e su un tagliere o ripiano di legno ricavate dei bastoncini piuttosto sottili (della dimensione di una matita circa). Con un coltello tagliate dei pezzetti, come per gli gnocchi ma più piccoli. Poi col dito schiacciateli contro il ripiano in modo da ottenere la forma di orecchiette (vedi immagine sopra). Fatele asciugare per qualche ora sul ripiano.
Cuocete le orecchiette in abbondante acqua salata, dopo circa 5 minuti dovrebbero essere pronte. Per il condimento: tagliate a pezzettini piccoli i pomodori secchi ben sgocciolati e soffriggeteli in padella pochi minuti insieme allo spicchio d’aglio, un po’ d’olio e lo zafferano. Versate nella padella le orecchiette cotte e ben scolate e fatele insaporire qualche minuto, poi unite le erbe aromatiche tritate e il lievito alimentare, mescolate e servite subito.

Linguine alla “carbonara vegana”

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Oggi sono proprio contenta, dopo alcuni tentativi che non mi soddisfacevano mai completamente, sono alla fine riuscita a trovare la giusta combinazione per la perfetta veg-carbonara! 🙂 Su Internet o nei gruppi di cucina vegana su Facebook si trovano diverse ricette ma a mio parere sono sempre un po’ diverse rispetto all’originale. Al posto dell’uovo di solito c’è sempre tanta panna (e non è la stessa cosa, vogliamo una carbonara non una pasta con la panna!) e al posto della pancetta si usa il seitan oppure il tofu affumicato. Li CAM00665ho provati entrambi e non sono male ma il prodotto che secondo me è proprio azzeccato per questa preparazione è la pizzottera affumicata di Muscolo di Grano. Il suo gusto ricorda in modo impressionante quello della pancetta, o meglio forse più della coppa, ma in ogni caso è assolutamente perfetto per la carbonara! Si può acquistare nei negozi e supermercati biologici o di alimentazione naturale, oppure ordinarla online direttamente sul sito del produttore o su altri siti di vendita online (come shop.ivegan.it oppure www.tibiona.it).

Ingredienti per 3 persone:
300 g linguine (o spaghetti) di grano duro bio (meglio se Senatore Cappelli)
120 g pizzottera affumicata Muscolo di Grano (in alternativa seitan affumicato)
1 cipolla rossa medio/piccola
150 g latte di soia al naturale
150 g panna d’avena
20 g farina di ceci
1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie
una punta di cucchiaino di curcuma (se volete un sugo più giallo aumentate la dose ma attenzione che non si senta troppo il gusto!)
olio EVO, 
pepe nero macinato al momento
prezzemolo fresco per guarnire (fac.)

Sciogliete la farina di ceci nel latte di soia, unite a curcuma e fate riposare. Nel frattempo in una padella capiente fate stufare la cipolla tritata con tre cucchiai d’olio e dopo qualche minuto unite la pizzottera (o, in mancanza, il seitan affumicato) tagliata a quadratini. Fate rosolare alcuni minuti poi unite il composto di farina di ceci, la panna d’avena e il lievito alimentare. Mescolate, cuocete un minuto e spegnete, dovrete ottenere una consistenza cremosa piuttosto densa (se vi sembra troppo densa unite eventualmente un altro po’ di latte di soia). Portate a ebollizione abbondante acqua salata e gettate le linguine (o gli spaghetti), cuocetele al dente, scolatele e versatele nella padella con il condimento, mescolate velocemente per amalgamare, aggiungete una spruzzata di pepe nero e servite decorando, se vi piace, con un po’ di prezzemolo fresco tritato direttamente sui piatti.

Paste di grani antichi e legumi della tradizione italiana

IMG_5694La maggior parte del grano duro oggi in commercio deriva da una varietà conosciuta col nome di Creso, ottenuta negli anni ’70 con modificazioni genetiche attraverso irradiazioni di raggi gamma. Alcuni ritengono che l’aumento esponenziale dei casi di intolleranze al glutine possa in qualche modo essere collegato a questa tipologia di grano, spesso di bassa qualità, con cui sono fatti la maggior parte dei prodotti da forno e le paste che abitualmente consumiamo. Ultimamente, per fortuna, sono state riscoperte e valorizzate alcune antiche varietà, coltivate da secoli in aree ristrette di varie regioni d’Italia e del mondo ma da tempo dimenticate. Tra queste i frumenti duri Timilia e Russello, tradizionali produzioni locali siciliane, il grano Senatore Cappelli, il cui nome è dedicato a Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia che alla fine dell”800 aveva sostenuto le riforme agrarie in Puglia, il Graziella RA, dedicato alla figlia dell’archeologo che lo portò in Italia dall’Egitto negli anni ’70 e a Ra, il dio del sole per gli antichi egizi, e non dimentichiamo il farro, la più antica tipologia di frumento coltivato dall’uomo, l’alimento base delle legioni romane, oggi diffuso soprattutto nelle regioni dell’Italia centrale.
E’ proprio in Centro Italia, Gino Girolomoniin provincia di Pesaro Urbino, che ha sede la cooperativa agricola Girolomoni, azienda bio che ho conosciuto alla fiera SANA di Bologna lo scorso settembre. Fondata nel 1971 da Gino Girolomoni, saggista, imprenditore e pioniere dell’agricoltura biologica in Italia, è cresciuta negli anni, commercializzando i suoi prodotti inizialmente con il marchio “Alce Nero”, poi, staccatasi da questo, come “Montebello” ed oggi con il marchio “Girolomoni” in onore del suo fondatore, scomparso nel 2012. Tra i prodotti di punta dell’azienda ci sono sicuramente le paste di grani antichi Graziella RA®, Senatore Cappelli e Farro Triticum Dicoccum, ma anche degli ottimi legumi nostrani, ovvero ceci, lenticchie e borlotti, tutto sapientemente coltivato con metodo biologico nelle colline marchigiane e umbre. Nelle ricette che seguono ho cercato di valorizzare il più possibile le tre tipologie di pasta abbinando a ciascuna un legume diverso, nel tentativo di creare dei piatti che richiamassero la buona e sana tradizione contadina ma con un tocco di eleganza moderna.
IMG_5699Spaghetti di grano Graziella RA con lenticchie rosse di montagna

Ingredienti per 4 persone:
320 g spaghetti di grano Graziella RA
200 g lenticchie rosse secche
1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 4 pomodori piccadilly, sale, olio EVO

Mettete a bagno le lenticchie in acqua fredda e nel frattempo pulite e tagliate a pezzetti piccoli cipolla, carota e sedano. Soffriggeteli in una casseruola con 2 cucchiai d’olio fin quando si ammorbidiranno. Sbollentate per un minuto i pomodori e privateli della buccia, poi tagliateli a pezzetti e uniteli al soffritto, mescolate e lasciate insaporire qualche minuto. Infine scolate le lenticchie, sciacquatele sotto l’acqua corrente e unitele alle verdure, fate insaporire un paio di minuti e poi aggiungete 700 ml d’acqua. Coprite e lasciate sobbollire a fuoco lento, dopo circa 30/40 minuti dovrebbero essere cotte e l’acqua quasi completamente asciugata, a questo punto aggiungete il sale. Prelevate poi due mestoli di lenticchie e frullatele a crema. Cuocete gli spaghetti al dente e conditeli con la crema di lenticchie e un goccio d’olio. Impiattate disponendo gli spaghetti al centro e le lenticchie che avete lasciato intere tutt’intorno.
IMG_5707Penne integrali di Farro Triticum Dicoccum con ceci e zucca

Ingredienti per 4 persone:
320 g penne integrali di farro Triticum Dicoccum
200 g ceci secchi
1 pezzetto di alga Kombu, 1 foglia di alloro
400 g zucca gialla pesata già pulita
timo fresco o rosmarino tritato
1 grosso porro, sale, olio EVO

Mettete a bagno i ceci per 24 ore insieme all’alga kombu che li renderà più morbidi e digeribili, cambiando l’acqua un paio di volte. Poi scolateli, sciacquateli sotto l’acqua corrente e metteteli a cuocere coperti insieme alla stessa alga e una foglia di alloro. Dopo circa un paio d’ore saranno cotti (se vi sembrano ancora un po’ duri aggiungete un pizzichino di bicarbonato, mescolateli e fateli cuocere ancora 5 minuti) aggiungete il sale solo a fine cottura. Nel frattempo tagliate il porro a rondelle e la zucca a dadini e soffriggeteli insieme a due cucchiai d’olio. Dopo qualche minuto unite 150 ml circa di brodo vegetale e lasciate cuocere coperto fin quando il tutto sarà morbido e il brodo quasi completamente asciugato. Frullate a questo punto la zucca insieme a 200 g di ceci cotti e scolati fino ad ottenere una crema liscia. Cuocete la pasta al dente e conditela con la crema di zucca e ceci. Impiattate aggiungendo una manciata di ceci interi e foglioline di timo fresco o rosmarino tritato.
IMG_5728Fusilli Senatore Cappelli con fagioli borlotti e funghi porcini

Ingredienti per 4 persone:
320 g fusilli Senatore Cappelli
200 g fagioli borlotti secchi
4 pomodori piccadilly
1 pezzo di alga kombu, 1 foglia di alloro
300 g funghi porcini 
1 spicchio d’aglio
Olio EVO, sale, prezzemolo fresco

Mettete a bagno i fagioli per 24 ore insieme all’alga kombu che li renderà più morbidi e digeribili, cambiando l’acqua un paio di volte. Poi scolateli, sciacquateli sotto l’acqua corrente e metteteli a cuocere coperti insieme ai pomodori interi sbollentati per un minuto e spellati, 800 ml circa d’acqua, la stessa alga dell’ammollo e una foglia di alloro. Dopo circa un’ora e mezza saranno cotti (se vi sembrano ancora un po’ duri aggiungete un pizzichino di bicarbonato, mescolateli e fateli cuocere ancora 5 minuti) aggiungete il sale solo a fine cottura. Nel frattempo pulite i funghi, tagliateli a cubetti e trifolateli in padella con un paio di cucchiai d’olio e lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Una volta cotti aggiungete una manciata di prezzemolo tritato e teneteli in caldo. Quando i fagioli saranno cotti eliminate l’alga e l’alloro, prelevatene due mestoli abbondanti e frullateli a crema insieme ai pomodori, al fondo di cottura e un cucchiaio d’olio. Cuocete la pasta al dente e saltatela per un minuto nella padella insieme ai funghi. Impiattate disponendo la crema di fagioli al centro e la pasta tutt’intorno, decorando con fagioli interi e foglie di prezzemolo.

Vellutata di taccole con fusilli di farro e pomodorini

IMG_5574Da quando l’anno scorso alla fiera “Sana” di Bologna ho scoperto la pasta integrale di farro non la mollo più, la trovo particolarmente saporita e mi piace gustarla con condimenti cremosi senza amalgamarla ma semplicemente adagiata sopra, come ad esempio in questa ricetta.
Adesso vi propongo invece una versione estiva con le taccole (detti anche piattoni o piselli mangiatutto) che in questo periodo l’orto ci fornisce in grandi quantità. Dopo averle IMG_5577mangiate diverse volte al naturale, lessate e condite con un filo d’olio oppure insieme alle patate e/o al pomodoro, ho voluto provare a frullarle per farne una sfiziosa vellutata color verde pisello, semplicissima e squisita, da gustare tiepida e abbinare a riso, cereali o, come in questo caso, pasta!
PS: Io preferisco non abbondare con la quantità di pasta, visto che quella integrale di farro sazia e la vellutata riempie già abbastanza il piatto, ma fate voi, se avete particolarmente fame aumentate le dosi e avrete un ottimo piatto unico!

Ingredienti per due persone:
600 g taccole 
120 g pasta integrale di farro bio
una manciata di pomodorini pachino

olio EVO, sale, origano, basilico

Pulite le taccole eliminando le punte e tagliandole a metà. Portate a bollore un litro abbondante d’acqua, salate e buttate le taccole. Fatele cuocere fin quando diventano molto tenere, poi scolatele, conservando l’acqua di cottura e frullatele insieme a due cucchiai d’olio EVO saporito e 4 o 5 cucchiai d’acqua di cottura, dovrete ottenere una crema bella liscia e vellutata. Aggiustate eventualmente di sale e fate intiepidire.
Riportate a bollore l’acqua di cottura delle taccole, eventualmente allungandola un po’, e buttate la pasta di farro. Quando la pasta è cotta scolatela, versate la crema di taccole tiepida sul fondo dei piatti, adagiate sopra la pasta e condite con un filo d’olio EVO, pomodorini pachino tagliati a metà, una spolverata di origano e qualche foglia di basilico. Piatto da gustare tiepido.

Cavatappi di farro con crema di topinambur e cuori di carciofo trifolati

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Sapevate che il farro (da cui deriva la parola “farina”) è il più antico tipo di frumento coltivato dall’uomo (antenato del grano duro)? Famoso per essere stato l’alimento base delle legioni romane è più digeribile del frumento e ha un maggiore contenuto proteico e minor quantità di glutine. E’ ottimo in chicchi (decorticato è da preferire al perlato che è più raffinato e povero di nutrienti), ma a me piace tantissimo anche la pasta di farro, ovviamente, anch’essa integrale. Sul numero ingredientiprimaverile della rivista Artemedica, con la quale collaboro ormai da circa 6 mesi (ne ho già parlato qui e qui), ho pubblicato questa ricetta, a corredo di un articolo a proposito di frumento, glutine e farro. Ho scelto un condimento con topinambur e carciofo, una radice e un fiore dal sapore in fondo simile ma più dolce e delicato il primo, più deciso e marcato il secondo, secondo me si sposano bene insieme!

Ingredienti per 2 persone:
140 g cavatappi di farro integrale (in alternativa vanno bene anche i fusilli)
300 g topinambur
3 carciofi medi con le spine
1 scalogno
1 spicchio d’aglio
una manciata abbondante di prezzemolo
un limone
olio EVO , sale

carciofi a bagnoRiempite una bacinella con acqua e il succo del limone (buttateci dentro anche i mezzi limoni spremuti). Raschiate bene i topinambur con un coltellino, lavateli e man mano immergeteli subito nell’acqua e limone per evitare che anneriscano. Tagliateli a cubetti e fateli rosolae in padella insieme allo scalogno affettato e un po’ d’olio. Poi copriteli a fino con acqua e lasciateli cuocere con coperchio fin quando saranno morbidi. Quando sono cotti e l’acqua di cottura quasi asciugata frullateli a crema aggiustando di sale. Nel frattempo pulite i carciofi ricavandone solo i cuori. Anche in questo caso immergeteli subito nell’acqua e limone per evitare che anneriscano. tagliateli in quarti, eliminate la barba interna, affettateli e trifolateli con un po’ d’olio insieme ad uno spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Aggiungete un filino d’acqua se necessario. A fine cottura salate, unite il prezzemolo tritato e spegnete il fuoco. Cuocete la pasta al dente e servite nei piatti disponendo sul fondo uno strato di crema, poi la pasta e infine i carciofi. E’ importante che le tre parti di cui si compone il piatto restino distinte per poter assaporare meglio il contrasto dei gusti.

 

Cavatappi di farro con pesto leggero di carote

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Quante volte capita di rientrare a casa tardi stanchi e con poca voglia di cucinare? Aprire il frigo e trovare solo un paio di pomodori e due carote mezze avvizzite? Pensare: va be’ mi faccio un veloce piatto di pasta con quello che trovo, senza troppe pretese…
E invece, magicamente, con soli tre ingredienti, viene fuori un piatto delizioso, saporito e leggero, per la serie: quando meno te lo aspetti!

Ingredienti per una persona:
80/100 g cavatappi di farro integrale
2 carote (preferibilmente non avvizzite ;-))
2 pomodori perini
1 spicchio d’aglio
olio EVO dal sapore deciso

Pelate i pomodori e tagliateli a pezzetti, tritate l’aglio, pelate e grattugiate le carote. Ponete tutto in una padella con un goccio d’acqua lasciate stufare coperto per non più di dieci minuti, il tempo che si ammorbidiscano le carote e si asciughi l’acqua. Trasferite poi al mixer e frullate insieme ad un cucchiaio di buon olio extra vergine d’oliva saporito.
Cuocete la pasta secondo le istruzioni e conditela col pesto di carote. Decorate a piacere con erbe fresche o con semplici fettine di carota cruda.

Tagliatelle in crema di funghi porcini


Una nuova e lucida macchina per fare la pasta in casa, regalo della suocera, giaceva da alcuni anni dimenticata nell’armadietto più alto della cucina… Intanto, una bella cassetta di funghi porcini, comprati la settimana scorsa al mercato, erano stati puliti, tagliati a pezzetti e congelati diligentemente in piccoli sacchetti…
Oggi volevo cucinare un po’ di quei funghi e avevo voglia di pasta. Con i porcini ci vogliono le tagliatelle, non le avevo, e allora mi sono decisa: ora o mai più, pasta fatta in casa! Così ho chiamato all’appello il mio compagno e gli ho chiesto di aiutarmi a usare la macchina, ho chiamato mia suocera e le ho chiesto di aiutarmi a fare un buon sughetto cremoso. Ed ecco questo meraviglioso piatto a 6 mani!

Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta:
300 g farina di grano duro
150/180 ml circa d’acqua tiepida
mezza bustina di zafferano
Per la crema di porcini:
500 g funghi porcini freschi (o congelati) puliti e tagliati a pezzetti
una grossa cipolla
uno spicchio d’aglio
una manciata di prezzemolo
olio EVO

Sciogliete lo zafferano nell’acqua tiepida (con mezza bustina il sapore quasi non si sente, più che altro serve per dare un tocco di colore giallo, se volete sentire un po’ di più anche il gusto mettetene una intera). Disponete la farina a fontana in una ciotola, fate un buco al centro e versate l’acqua a poco a poco, impastando con l’altra mano. Partite con 150 ml d’acqua e se vedete che l’impasto è troppo duro (come è successo a me) aggiungetene ancora un po’. Continuate a impastare vigorosamente su un ripiano di legno fino a quando non otterete un panetto compatto, sodo, liscio e omogeneo. Per una buona riuscita la lavorazione non dovrebbe durare meno di 10/15 minuti.
Avvolgete il panetto con la pellicola e lasciatelo a riposo per almeno mezz’ora. Poi riprendetelo, dividetelo in pezzi e passatelo nell’apposita macchina a rulli regolandola su uno spessore piuttosto sottile (nella mia ci sono 9 gradazioni di spessore, io l’ho messa a 6). Se non avete la macchina stendete la pasta più sottile che potete con il mattarello. Ricavate delle tagliatelle (con i funghi andrebbero bene anche delle pappardelle, più larghe, oppure dei maltagliati). Disponete la pasta su canovacci puliti facendo attenzione a non sovrapporla per non farla appiccicare e lasciatela asciugare per qualche ora. Una volta seccata potete comunque conservarla per diversi giorni.
Preparate la crema di porcini facendo dorare nell’olio la cipolla e l’aglio tritati, unite poi i funghi e un pizzico di sale, coprite e lasciate stufare aggiungendo eventualmente un po’ d’acqua se vedete che si asciugano troppo. Non appena sono cotti prelevatene circa due terzi e frullateli a crema con il loro sughetto e un altro goccio d’acqua. Unite la crema ai funghi lasciati interi nella pentola.
Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata a cui avrete aggiunto un cucchiaio d’olio per evitare che si appiccichi in cottura, per le tagliatelle sottili bastano 2/3 minuti. Scolatele, versatele nella pentola con il sugo e mescolate bene aggiungendo una generosa manciata di prezzemolo fresco tritato.

Fusilli “pik-pacchio” con grana di mandorle


La pasta artigianale Tenute della Riserva fa parte del ricco “bottino” che, insieme al cioccolato di Modica, il pistacchio di Bronte, la mandorla di Avola, il moscato di Noto e altre prelibatezze, ho portato con me dalle vacanze in Sicilia. Viene prodotta da alcuni miei amici con il grano duro dell’antica varietà Russello, coltivato nei loro terreni nei pressi della riserva naturale di Vendicari, tra Noto e Pachino. Gli stessi amici hanno anche aperto un grazioso ristorantino, Il Baglietto, con cucina vegetariana e di pesce, dove è possibile gustare la loro pasta e acquistarla. Se vi trovate in zona consiglio vivamente di andarci perchè si mangia davvero bene!
Si dà il caso che mia zia mi ha recentemente regalato un interessante libro intitolato: Cucina vegetariana e naturismo crudo – Manuale di gastrosofia naturista con raccolta di 1030 formule scelte d’ogni paese. E’ una raccolta di ricette vegetariane, vegane e crudiste scritta i primi decenni del ‘900 da Enrico Alliata, duca di Salaparuta, siciliano e pioniere della cucina veg in Italia. Per approfondimenti vedi qui.
Ho quindi pensato di dare un degno condimento all’ottima pasta in questione realizzando una delle ricette del duca e, avendo a disposizione i dolcissimi pomodorini dell’orto, ho scelto la “salsa pik-pacchio” che mi ha colpito per la sua semplice bontà e per il nome spiritoso. Visto che anche le mandorle e il sesamo fanno parte della tradizione culinaria siciliana, ho voluto arricchire e personalizzare il piatto con un saporito “grana” vegetale che non ha nulla da invidiare a quello tradizionale.

Ingredienti per tre persone:
270 g di fusilli di grano duro di ottima qualità (anche integrali)
1 Kg di pomodori belli maturi, rossi e dolci
1 cipolla bianca
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai d’olio EVO 
una manciata di basilico fresco
una manciata di prezzemolo fresco

mezza bustina scarsa di zafferano
sale e pepe
per il grana di mandorle:
50 g di mandorle pelate
10 g di sesamo
sale

Sbollentate i pomodorini per un paio di minuti, scolateli, spellateli e tagliateli a pezzetti. Tritate la cipolla e fatela soffriggere nell’olio. Appena leggermente dorata aggiungete i pomodori, lo spicchio d’aglio intero che a fine cottura eliminerete, sale e pepe. Coprite e lasciate sobbollire a fuoco lento. A metà cottura circa aggiungete basilico e prezzemolo tritati finemente e lo zafferano (non troppo, non deve essere predominante). Lasciate addensare e restringere un bel po’ mescolando ogni tanto. Nel frattempo preparate il grana tostando i semi di sesamo in un padellino antiaderente per pochissimi minuti (attenzione a non bruciarli perché tendono a diventare amari!), e tritateli insieme alle mandorle e a un generoso pizzico di sale in un macina caffè o macina spezie fin quando il tutto assume la consistenza del grana grattugiato. Quando il sugo è pronto e ben ristretto cuocete la pasta e amalgamatela bene col condimento, impiattate e spolverate di grana guarnendo con foglie di basilico.
PS: Il grana vegetale con mandorle e sesamo è ottimo anche per condire altri tipi di pasta e per mantecare i risotti. Perfetto da spolverizzare su lasagne, paste al forno, parmigiana, ma solo a fine cottura dato che in forno rischia di bruciarsi facilmente.