Tartellette al cacao e cocco con “panna” di mandorle e fragole

CAM00752Continuano con successo le conferenze mensili tenute dalla dottoressa Michela De Petris presso Artemedica a Milano, dedicate all’alimentazione vegetale per la prevenzione e il sostegno nella terapia dei tumori. Anche questo mese grande affluenza di pubblico proveniente da diverse parti della Lombardia e persino dal Piemonte! 2
Il rinfresco che preparo per il dopo-conferenza è sempre diverso e comprende di solito 5 assaggi, 3 salati e 2 dolci su ricette del mio libro “A tavola con Giulia – 100 ricette sane e gustose” arricchite dai superfoods di ISWARI. Spesso propongo però anche preparazioni nuove come le polpettine di tofu alla spirulina dell’ultima volta e questa tartelletta crudista super golosa che ha riscosso molto successo.
Nota sugli ingredienti: potete acquistare il cacao crudo e la maca in polvere (un buonissimo frutto tropicale dalle straordinarie proprietà) direttamente sul sito di ISWARI (per maggiori info sul valore nutritivo dei cosiddetti “superfoods” vedi questo post). Se per qualsiasi motivo non riuscite, volendo si può sostituire il cacao crudo con cacao normale e la maca si può anche omettere: non avrete i benefici nutrizionali dei due superfoods ma il dolce sarà ugualmente buono e salutare, anche se non crudista al 100%. Importante è invece usare i datteri di medjoul, molto grossi e morbidi, per ottenere la crema di datteri. Se non riuscite a trovarli potete sostituirli volendo con quelli “normali” al naturale che però sono meno dolci, più piccoli e secchi, quindi ce ne vorranno almeno una decina anziché 4 e dovrete prima tagliarli a pezzetti e lasciarli per un’oretta a mollo nell’acqua (la quantità prevista che poi utilizzerete) prima di frullarli.

Ingredienti per 6 dolcetti circa:
40 g cacao crudo (o normale)
100 g cocco grattugiato o rapé
50 g mandorle sgusciate (con la pelle)
70 g sciroppo d’agave
100 g crema di datteri (ottenuta frullando 4 datteri medjoul insieme a 50 g d’acqua)
Per la “panna”:
60 g mandorle pelate ammollate per almeno 8 ore
40 g anacardi al naturale ammollati per almeno 8 ore
80 g acqua
30 g sciroppo d’agave
10 g maca in polvere (facoltativa)
vaniglia in polvere
Fragole fresche per decorare

IMG_6170Preparate prima la crema di datteri frullando i datteri di medjoul con l’acqua fino ad ottenere una marmellata/crema (consiglio di farne doppia dose perché è strabuona utilizzata come una normale marmellata, spalmata su gallette, pane e fette biscottate oppure su fettine di mela, pera e banana, senza nessun dolcificante aggiunto e senza cottura!).
Dedicatevi quindi ai dolcetti tritando le mandorle a farina o a granella molto fine. Mescolate in un recipiente le mandorle tritate, il cocco e il cacao setacciato, poi versatevi sopra la crema di datteri e lo sciroppo d’agave amalgamando bene il tutto. Otterrete un impasto morbido e lavorabile con le mani. Prelevate delle palline (tutte uguali mi raccomando!) e schiacciatele a disco aiutandovi magari con un piccolo coppapasta rotondo. Mettetele in frigo a rassodare.
Nel frattempo preparate la crema: scolate le mandorle e gli anacardi dall’acqua di ammollo, sciacquateli e scolateli molto bene. Poi frullateli prima da soli fino ad ottenere una massa leggermente granulosa e appiccicosa e poi unite gli altri ingredienti e continuate a frullare fino ad ottenere una crema. Per “montare” la crema mettetela in un contenitore stretto e passatela al minipimer fino a renderla morbida e soffice, non deve restare granulosa.
Al momento di servire prendete dal frigo i dolcetti e con una sac à poche decorateli con una generosa dose di crema e le fragole. Per dare un tocco di colore in più potete aggiungere una foglia di menta o le stesse foglioline verdi delle fragole come ho fatto io 🙂

Farifrittata di primavera con cipollotti e asparagi

IMG_6165Quando ho sperimentato la nuova pastella per crepes con farina di mais e di riso in aggiunta a quella di ceci (vedi il post precedente) ho pensato che dovevo assolutamente provarla per una bella “farifrittata”, ovvero frittata vegan senza uova ^_^ E, come immaginavo, si è rivelata vincente anche in questo caso. Ho solo aumentato un pochino le dosi di farina di ceci. Naturalmente potete sostituire i cipollotti con cipolle bianche o rosse e gli asparagi si possono omettere o sostituire con altre verdure come spinaci o zucchine.
Dalla foto forse la farifrittata vi sembrerà troppo sottile ma in realtà il trucco per ottenere una perfetta cottura è proprio questo, mettere l’impasto in una padella grande in modo che venga sottile, perché se troppo spessa il rischio è che si bruci fuori e resti cruda dentro! Provate e fatemi sapere cosa ne pensate 🙂 Naturalmente potete cuocerla anche al forno ma secondo me la vera frittata va fatta in padella, altrimenti è più una farinata!

Ingredienti per 2/3 persone:IMG_6167
50 g farina di ceci
20 g farina di riso
20 g farina di mais fioretto
150 ml acqua fredda
1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie (opzionale)
2 cipollotti grandi
1 mazzetto di asparagi sottili
1 manciata di prezzemolo fresco
olio EVO, sale, pepe

Preparate la pastella mescolando con una frusta le tre farine insieme, poi unite a poco a poco l’acqua e amalgamate bene in modo che non ci siano grumi. Lasciate riposare per almeno mezz’ora. Nel frattempo pulite e lessate gli asparagi interi in acqua leggermente salata. Affettate finemente i cipollotti (tutti interi, sia la parte bianca sia le foglie verdi) e fateli stufare in una padella antiaderente medio/grande insieme a un paio di cucchiai d’olio e una presa di sale. Quando saranno morbidi unite i gambi degli asparagi lessati tagliati a pezzetti (lasciate da parte le punte insieme ad un po’ di gambo) e fate insaporire. Lasciate intiepidire e unite i cipollotti e i gambi degli asparagi alla pastella di farine, aggiungete una presa di sale, una spruzzata di pepe, il prezzemolo tritato e, se volete, il lievito alimentare. Amalgamate bene l’impasto e versatelo nella stessa padella dove avete fatto stufare i cipollotti che sarà ancora unta d’olio, quindi non c’è bisogno di aggiungerne altro, o al massimo un goccino appena. Mi raccomando di scaldare benissimo la padella prima di versare l’impasto, uno dei segreti per una buona cottura e per evitare che si attacchi è proprio questo, la padella deve esse molto calda!
Disponete sopra le punte degli asparagi che avete lasciato da parte premendole leggermente e coprite con un coperchio lasciando cuocere a fuoco medio/basso. Dopo circa 10 minuti iniziate a staccare la frittata a poco a poco a partire dai bordi servendovi di una spatolina di plastica adatta lunga e flessibile (la stessa che si usa per le crepes). Quando vedete che è completamente staccata dal fondo, rigiratela servendovi di un piatto e fatela cuocere dall’altro lato per altri 5 o 10 minuti. Servite tiepida insieme ad fresca insalata.

Crepes arrotolate con maionese di mandorle, carote ed erba cipollina

IMG_6160La ricetta delle crepes vegane è stata una delle prime che ho pubblicato sul blog (vedi questo post) e ha avuto un grande successo. Adesso l’ho voluta rivisitare rendendola senza glutine e aggiungendo la farina di mais che conferisce maggiore compattezza e gusto. Ne è venuta fuori una via di mezzo fra una crepe, una tortilla e una piadina sottile, perfetta per arrotolarla e gustarla fredda insieme a verdure di vario tipo e maionese.
Io stavolta ho optato per una maionese di mandorle e semi di girasole che ho trovato molto buona e, se vogliamo, più “sana” rispetto alla classica, in quanto senza aggiunta di olio (per la ricetta della veg-maionese classica invece vedi qui). Le carote ci stanno bene perché contrastano con la lieve acidità della maionese e danno colore e croccantezza. Se non avete o non trovate l’erba cipollina potete sostituirla con prezzemolo o timo in versione secca e fresca.
Potete preparare la maionese e queste crepes/tortillas/piadine alla sera, l’indomani mattina farcirle e portarle al lavoro per la pausa pranzo, oppure in gita o scampagnata all’aperto come pranzo al sacco, approfittando delle belle giornate di primavera ^_^

Ingredienti per 4 crepes:
60 g farina di ceci
40 g farina di riso
40 g farina di mais fioretto
2 cucchiaini colmi di erba cipollina secca
2 carote medie
sale alle erbe, olio EVO qb

Per la “maionese” di mandorle e semi di girasole:
80 g mandorle pelate ammollate in acqua per almeno 3 ore
40 g semi di girasole ammollati in acqua per almeno 3 ore
120 g acqua
2 cucchiai abbondanti di succo di limone
1 cucchiaino di senape delicata
1 punta di cucchiaino di curcuma
scorza di limone grattugiata 

2 cucchiai pieni di erba cipollina fresca tritata

Preparate la pastella delle crepes mescolando le tre farine insieme con una frusta, poi aggiungete a poco a poco 250 g d’acqua e amalgamate bene in modo che non ci siano grumi. Lasciate riposare per almeno una mezz’ora.
Nel frattempo preparate la maionese: sciacquate e scolate molto bene le mandorle e i semi di girasole e tritateli con un mixer fino ad ottenere un composto piuttosto compatto ma granuloso. Trasferitelo in un bicchiere stretto (quello in dotazione col minipimer va benissimo) e lavoratelo col minipimer insieme all’acqua, il succo di limone, la senape, la curcuma, poca scorza grattugiata e un po’ di sale fin quando avrete un composto liscio e morbido. Regolate di sale e/o succo di limone secondo il vostro gusto. Lasciate riposare in frigorifero.
Prendete la pastella delle crepes e aggiungete un paio di prese di sale e l’erba cipollina secca. Cuocete le crepes in un padellino antiaderente (meglio usare quelli fatti a posta per le crepes) secondo il procedimento che trovate qui. Man mano che le cuocete adagiatele in un piatto piano e lasciatele raffreddare.
Con un pelapatate affilato ricavate dalle carote delle striscioline sottili, tipo “tagliatelle” crudiste per intenderci (in alternativa potete anche grattugiarle con una grattugia a fori grossi) e conditele con poco sale alle erbe e un filino d’olio. Massaggiatele con le mani per ammorbidirle, poi prendete una crepes, spalmatela con un generoso strato di maionese di mandorle, cospargetelo di erba cipollina fresca tritata e adagiate sopra un mucchietto di carote, distribuendole su tutta la superficie ma lasciando liberi i bordi. Arrotolate la crepes ben stretta, tagliatela a metà e servitela se volete insieme ad una quenelle di maionese avanzata e un insalatina di carote all’erba cipollina, oppure avvolgete con un tovagliolo da cucina e carta stagnola e portate in giro come pranzo al sacco.

Polpettine di tofu alla spirulina e sesamo

spirulina con più luceVisto il grande successo della conferenza sul tema “L’alimentazione al 100% vegetale per la prevenzione e il sostegno nella terapia dei tumori” tenuta dalla dottoressa Michela De Petris lo scorso 15 febbraio a Milano (vedi il post precedente qui), si è deciso di replicare anche a marzo. Così la scorsa domenica ho avuto nuovamente il piacere e l’onore di preparare il rinfresco del post-conferenza. Anche stavolta grande afflusso di pubblico che ha degustato e apprezzato le preparazioni che ho proposto, in parte da ricette contenute nel mio libro “A tavola con Giulia” e in parte nuove, ideate per l’occasione. Tra queste dei golosi brownies al cacao crudo e nocciole (presto la CAM00788ricetta sul blog!) e queste polpettine alla spirulina alle quali, purtroppo, la foto non rende onore in quanto non si vede il bel colore verde brillante all’interno, dovuto appunto all’alga spirulina (offerta da ISWARI, come anche altri superfoods che ho usato per il rinfresco).
La Spirulina è un’alga azzurra di colore verde scuro chiamata così perché la sua forma ricorda una spirale. Pare che sia uno degli alimenti più nutrienti del pianeta, contiene il 60% di proteine immediatamente assorbibili (più della carne e della soia) ed è ricchissima di clorofilla, ferro, calcio, zinco, iodio, acidi grassi essenziali. Pur non essendo un’amante delle alghe in genere, trovo che la spirulina abbia un gusto particolare e gradevole, non sa troppo di pesce, anzi, mi ricorda vagamente la carne! Quindi ho pensato di utilizzarla per un secondo piatto, sfizioso, nutriente e proteico.

Ingredienti per una dozzina di polpette:
200 g tofu
20 g capperi sotto sale 
10 g pomodori secchi sott’olio
4 o 5 olive verdi snocciolate
20 g semi di lino
2 cucchiaini rasi di spirulina in polvere
3 cucchiai circa di semi di sesamo

Per prima cosa sciacquate i capperi e i pomodori secchi sotto l’acqua corrente e metteteli a bagno in una ciotola con un po’ d’acqua per far perdere l’eccesso di sale. Nel frattempo tostate i semi di sesamo in una padella a secco mescolando continuamente per non farli bruciare, saranno pronti quando, provando a prenderli con un cucchiaio di metallo, non si attaccheranno più al cucchiaio. Toglieteli subito dalla padella e versateli in un piatto fondo per farli raffreddare. Poi frullate il tofu a pezzi insieme alle olive, la spirulina, i pomodori secchi e i capperi scolati e strizzati molto bene. Dovrete ottenere un composto cremoso e piuttosto denso. Con un macina-spezie o macina-caffè tritate i semi di lino fino a ridurli a farina e uniteli alla crema di tofu. Fate riposare un’oretta in frigo per addensare ulteriormente, poi formate delle polpettine da circa 20 g l’una. Fatele rassodare ancora un po’ in frigo (la farina di semi di lino aumenterà il suo potere addensante). Al momento di servire ripassate le polpette nel sesamo tostato, che darà un tocco di sapore e di croccantezza, e servitele insieme ad una fresca insalata.

Super-mousse al cacao crudo, maca e lucuma

CAM00704Sì è svolta ieri a Milano presso Artemedica un’interessantissima conferenza della dottoressa Michela De Petris intitolata: “L’alimentazione al 100% vegetale per la prevenzione e il sostegno nella terapia dei tumori”. Io ho avuto l’onore di preparare il buffet di assaggi del post-conferenza sulla base di ricette del mio libro “A tavola con Giulia – 100 ricette sane e gustose” arricchite però con alcuni “superfoods”. Per chi non lo sapesse i cosiddetti “superfoods” sono alimenti completamente naturali, vegetali e biologici che hanno delle particolari proprietà benefiche per l’organismo, tanto da essere considerati dei veri e propri integratori. Sono ad esempio ricchissimi di vitamine, minerali, antiossidanti e possono essere molto utili in caso di IMG_6109necessità specifiche come appunto la prevenzione e il sostegno di malattie oncologiche ma anche disturbi vari, convalescenze, carenze nutrizionali, stress, sport. I più comuni e conosciuti sono le alghe come la spirulina e la chlorella, alcuni frutti tropicali come la maca e la lucuma, bacche come le goji e il cacao crudo. E sì perché il cacao comune che si trova in commercio è sempre tostato e nella tostatura si perdono molte delle sue proprietà. Allo stato crudo invece pare sia l’alimento naturale più ricco in assoluto di antiossidanti, in particolare flavonoidi e polifenoli, ma anche preziosi minerali e vitamine.
CAM00714Per il buffet di assaggi che ho preparato in occasione della conferenza ho seguito le indicazioni della dottoressa De Petris e ho preparato tutto senza glutine con una prevalenza di crudo. Grazie ai preziosi superfoods offerti da ISWARI ho utilizzato la spirulina nel patè di sedano e il cacao crudo, la maca e la lucuma in una mousse dolce (l’unica ricetta non tratta dal libro ma che ho ideato per l’occasione).
Questa mousse è molto golosa ma la cosa più strabiliante è che dà una carica e un’energia assurda sia fisica che mentale! Per questo la consiglierei per la colazione del mattino, prima di fare sport o in occasione di un’impegno importante che richiede molta concentrazione. Sconsigliata invece alla sera perché si rischia poi di non riuscire a dormire (attenzione perché il cacao crudo contiene caffeina). Provare per credere, io, che sono scettica di natura, l’ho provato su me stessa!

Ingredienti per 3/4 persone:CAM00702
150 g tofu vellutato (silken tofu o kinugoshi tofu)
15 g cacao crudo in polvere
15 g maca in polvere
5 g lucuma in polvere
una punta di cucchiaino di vaniglia in polvere
2 o 3 cucchiai di sciroppo d’agave
1 grossa pera abate non troppo matura
nocciole tostate per guarnire

Procedimento iper-semplice: frullate tutti gli ingredienti insieme fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Regolate la quantità di sciroppo d’agave in base al grado di dolcezza che volete ottenere. Mette in frigo per almeno 6 ore, il gusto migliora e la consistenza diventa più soda. Tagliate la pera a fettine e guarnitele di crema utilizzando una sac à poche. Decorate con nocciole a pezzetti che danno un tocco in più di croccantezza e di gusto. Da mangiare con le mani come fossero delle tartine dolci.

Coppa golosa al cioccolato, zafferano, “sorpresa” di pere e aroma di limone

IMG_6092L’anno scorso per San Valentino avevo pubblicato la ricetta del “Dolce cuore con pan di spagna al cacao, crema al cocco e salsa di fragole” con cui avevo vinto un contest su Facebook. L’avevo presentato in forma di torta agli aperitivi del Gaina Cafè che allora organizzavo settimanalmente e si erano tutti leccati i baffi 🙂 Mi era stato persino commissionato, sempre in forma di torta grande, in occasione di un compleanno.
Quest’anno volevo fare invece un dolce al cucchiaio, sempre con il cioccolato che è un “must” per San Valentino, ma niente fragole che effettivamente non sono ancora di stagione. Ho imparato da Simone Salvini che lo zafferano nei dolci sta benissimo e così perché non utilizzare questa meravigliosa spezia “afrodisiaca” troppo spesso ingiustamente confinata al solo classico risotto? E sul fondo delle coppe, sotto le due golosissime creme, si cela la sorpresa che non ci si aspetta: cubetti di pera al limone…

Ingredienti per 2 coppe grandi:
1 grossa pera Kaiser matura ma sodaIMG_6096
1 cucchiaio di succo di limone
la scorza grattugiata di mezzo limone

20 g sciroppo di riso
un pizzico di zafferano
una punta di cucchiaino di vaniglia in polvere
Per la crema al cioccolato
250 ml latte di riso
50 g cioccolato fondente
25 g amido di mais (maizena)
40 g sciroppo di riso
Per la crema allo zafferano
250 ml latte di riso
mezza bustina di zafferano
15 g amido di mais (maizena)
40 g sciroppo di riso
1 pezzo di scorza di limone
una punta di cucchiaino di vaniglia in polvere
gocce di cioccolato per decorare

Preparate prima la pera sbucciandola e tagliandola a cubetti regolari. Mettetela in una padellina e irroratela col il succo di limone e la scorza grattugiata. In una tazzina fate sciogliere lo zafferano (io ne ho preso un pizzico con la punta del manico di un cucchiaino) con 2 cucchiai d’acqua e lo sciroppo di riso, versate sulle pere e accendete il fuoco. Cuocete a fuoco vivace per pochi minuti fin quando tutto il liquido si sarà asciugato, poi fate intiepidire e versate sul fondo di due coppe o bicchieri piuttosto grandi (io ho usato quelli da degustazione del vino).
Preparate la crema al cioccolato sciogliendo la maizena nel latte di riso. Portate a bollore in un pentolino mescolando continuamente fin quando si addensa, poi spegnete il fuoco e versate il cioccolato tagliato a pezzetti, mescolate fin quando si scioglie completamente, unite infine lo sciroppo di riso. Versate la crema nei bicchieri sopra le pere e livellatela in modo che formi uno strato. I bicchieri inevitabilmente si sporcheranno ma potete pulirli con un tovagliolo di carta inumidito, poi riponeteli in frigo.
Preparate la crema allo zafferano sciogliendo la maizena nel latte di riso a cui aggiungerete anche lo zafferano, la vaniglia e il pezzo di scorza di limone intera. Portate a bollore mescolando continuamente, poi spegnete il fuoco e aggiungete lo sciroppo di riso. Fate intiepidire leggermente mescolando ogni tanto, poi eliminate la scorza, prendete i bicchieri dal frigo e versate la crema gialla sopra la crema al cioccolato. Pulite ancora i bordi dei bicchieri nel caso si sporcassero. Riponete in frigo per qualche ora.
Al momento di servire cospargete la superficie con gocce di cioccolato e striscioline di scorza di limone inumidite con pochissimo sciroppo di riso.

Zuppa cremosa di verza, zucca e fagioli borlotti

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Diversi anni fa, quando ancora non avrei mai immaginato che la cucina sarebbe diventata una parte così importante della mia vita, il mio compagno mi aveva regalato un libro di ricette intitolato 1000 e più ricette vegetariane, alta gastronomia verde. E’ stato il primo di una lunga serie che da allora ho iniziato a collezionare, da cui trarre ispirazione ed idee ma anche solo da leggere e sfogliare. La ricetta di questa zuppa è tratta da questo libro che la chiama, non so il perché, “zuppa basca”. Ogni anno in inverno la preparo in versione un po’ modificata e personalizzata, quindi mi sono chiesta: perché non pubblicarla sul blog? Tanto ormai chi mi segue avrà capito che adoro zucca e cavoli in tutti i modi e in tutte le salse 😀

Ingredienti per 3 porzioni:
1 verza da circa 500/600 g
4 cipolle bianche medio piccole
1 spicchio d’aglio
250 g zucca pesata già pulita
600 ml brodo vegetale saporito
250 g fagioli borlotti cotti
olio EVO, timo fresco

Lavate la verza e staccate 3 foglie esterne, tagliate via la parte inferiore della costola centrale più dura e fatele bollire in acqua salata per circa 10 minuti finché saranno piuttosto tenere ma non sfatte. Poi prelevatele delicatamente con una schiumarola stando attenti a non romperle, sgocciolatele bene e adagiatele su un canovaccio pulito.
Nel frattempo in una casseruola capiente fate imbiondire le cipolle affettate finemente e l’aglio tritato insieme a due cucchiai d’olio e un pizzico di sale. Unite poi il resto della verza tagliata a striscioline, mescolate, coprite e fate stufare per qualche minuto, aggiungete quindi la zucca tagliata a cubetti e il brodo. Coprite e lasciate sobbollire per almeno mezz’ora o finché il brodo si sarà quasi del tutto asciugato e le verdure si saranno “squagliate” fino a formare una zuppa alquanto densa e cremosa. A questo punto versate i fagioli cotti, fate bollire ancora per 5 minuti, poi spegnete il fuoco e lasciate riposare per qualche minuto (è un piatto che va servito caldo ma non bollente).
Impiattate adagiando sui piatti fondi una foglia di verza intera in modo che sporga da un lato e sopra un mestolo abbondante di zuppa. Completate con foglie di timo fresco.

Identità golose Milano 2015

leemannSi sta svolgendo in questi giorni l’undicesima edizione di Identità Golose Milano, congresso italiano di cucina d’autore. Il tema di quest’anno è “Una Sana Intelligenza”, ovvero l’importanza di una cucina non solo golosa ma anche sana e naturale… potevo non partecipare? 🙂 E sì, perché, come afferma Paolo Marchi, ideatore e curatore della manifestazione, “la salute dei clienti è appannaggio anche dei cuochi”, e in quest’ottica le parole “cucina vegetariana e vegana” non spaventano più, anzi, l’infinito e variegato mondo vegetale attira ormai le attenzioni di tutti.
Non a caso nella grande e gremita sala Auditorium il congresso è stato aperto proprio da Pietro Leemann, vegetariano da 30 anni, chef stellato e patron del ristorante di alta cucina naturale Joia di Milano (andarci almeno una o due volte l’anno per me è un must!). Quando cuciniamo e mangiamo trasformiamo il cibo in energia, perché in realtà tutto ciò che facciamo o diciamo ha un effetto energetico sull’ambiente che ci circonda… Il piatto presentato era: pane e acqua, ovvero un panino integrale di farro panino leemannlievitato con pasta madre e arricchito con mele grattugiate, frutta secca e semi, farcito con pesto di cavolo nero e servito con cagliata di mandorle e yuzu (mandarino cinese fermentato). Ad accompagnarlo un’acqua “speciale”, ovvero acqua di fonte di montagna sottoposta ad un rito di purificazione mostrato da Leemann stesso davanti al pubblico. A molti probabilmente il suo intervento sarà sembrato un po’ “strano” o troppo “spirituale” ma di fatto recenti esperimenti hanno dimostrato che l’acqua possiede una “memoria”, ovvero la sua struttura molecolare viene effettivamente modificata dalle nostre azioni e parole, energie positive e negative, con cui viene a contatto. Essendo tra il pubblico che ha potuto assaggiare, posso testimoniare che l’acqua allo stato naturale e quella purificata dal rito di preghiera avevano un sapore diverso!
salvini 2A seguire, nella sala più piccola, specificatamente dedicata alla cucina naturale, gli interventi di Simone Salvini e Daniela Cicioni.
Il primo, che seguo con assiduità e stima ormai da tempo, ha presentato il suo “salame” vegetale di tempeh, marinato con salsa di soia e limone e servito con paninetti morbidi cotti al vapore e maionese vegetale. Ha raccontato la storia di questo straordinario e benefico alimento che cicioni 2è il tempeh, a base di fagioli di soia fermentati, e ha illustrato il procedimento per produrlo.
Daniela Cicioni è stata per me una rivelazione. L’avevo conosciuta tempo fa attraverso la sua pagina facebook, dove è impossibile non restare affascinati dalla bellezza dei suoi piatti. La scorsa primavera ho assistito ad un suo cooking show di cucina crudista durante il quale oltre ad ammirare i piatti avevo anche potuto assaggiare qualcosina. Stavolta ho scoperto il suo aspetto di ricercatrice e sperimentatrice, sempre alla ricerca di nuove e inedite possibilità: dal tempeh di ceci e di frutta secca alle perle di aglio nero fermentato, dai “fervita”, ovvero una sorta di aceti o mostarde tempeh cicioniprodotti dalla fermentazione di scarti di frutta e ortaggi, agli addensanti naturali che lavorano a freddo come la gomma di xantano e l’alga “irish moss”, fino agli estratti colorati di verdure e frutta addensati ed essiccati per farne salsine o polveri decorative.
I piatti presentati erano due, stupendi come sempre: Bocconcini di tempeh di ceci con purea di pastinaca alla camomilla ed estratto di cavolo viola,dolce cicioni decorati da perle di aglio nero fermentato e petali di fiori eduli. E un dolce: torta crudista al cacao, farina di cocco e okara di mandorle con germogli di grano saraceno essiccati e fave di cacao crudo, “colorata” con polvere di buccia di mela verde e servita con gelatina di mandaranci, panna di mandorle e fiore di ciliegio sott’aceto di umeboshi… aggiungerei una classica frase: scusate se è poco! E un augurio/speranza: che la gente sia un po’ meno meno materialista e più attenta alle questioni spirituali, che il futuro dell’alta cucina sia sempre più veg, naturale, etico e sano e che le donne mostrino finalmente il loro valore, in cucina come in altri campi professionali.

Polpettine di tofu supersaporite

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Spesso le migliori ricette nascono per caso, l’ho già scritto in altri post e lo ripeto, perché è successo un’altra volta! Era rimasto nel cestino del pane un pezzetto di pane secco che non volevo buttare, inizialmente pensavo di ricavarne un po’ di pan grattato aromatizzato con aglio e prezzemolo, ma allo stesso tempo avevo voglia di polpette… ho aperto il frigo e aggiunto (quasi) a caso gli ingredienti che ho trovato, ed ecco pronte le mie polpette, belle saporite, croccanti fuori e morbide dentro 🙂

Ingredienti per un decina di polpettine:IMG_6088
125 g tofu
1 pezzetto di pane secco (30 g circa)
6 olive verdi denocciolate
1 cucchiaio di capperi sott’aceto
1 abbondante manciata di prezzemolo fresco
1 spicchio d’aglio
olio EVO, sale alle erbe
pangrattato integrale per impanare

Insalatina misticanza per servire

Tagliate il pane secco a pezzettini e tritatelo in un mixer, poi unite le olive, i capperi scolati, il prezzemolo, l’aglio e il tofu sbriciolato con le mani. Frullate fino ad ottenere una composto granuloso, poi aggiungete 2 cucchiai d’olio e 2 cucchiai d’acqua. Frullate ancora fino ad ottenere una consistenza morbida e lavorabile con le mani. Assaggiatela ed aggiustate eventualmente con poco sale alle erbe. Lasciate riposare in frigo per una mezz’oretta, poi formate con le mani 10 palline, ungetele d’olio, passatele nel pangrattato integrale e disponetele su una teglia ricoperta di carta forno. Infornate a 200 gradi per una quindicina di minuti. Gustatele calde o tiepide accompagnando con insalata verde.

Linguine alla “carbonara vegana”

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Oggi sono proprio contenta, dopo alcuni tentativi che non mi soddisfacevano mai completamente, sono alla fine riuscita a trovare la giusta combinazione per la perfetta veg-carbonara! 🙂 Su Internet o nei gruppi di cucina vegana su Facebook si trovano diverse ricette ma a mio parere sono sempre un po’ diverse rispetto all’originale. Al posto dell’uovo di solito c’è sempre tanta panna (e non è la stessa cosa, vogliamo una carbonara non una pasta con la panna!) e al posto della pancetta si usa il seitan oppure il tofu affumicato. Li CAM00665ho provati entrambi e non sono male ma il prodotto che secondo me è proprio azzeccato per questa preparazione è la pizzottera affumicata di Muscolo di Grano. Il suo gusto ricorda in modo impressionante quello della pancetta, o meglio forse più della coppa, ma in ogni caso è assolutamente perfetto per la carbonara! Si può acquistare nei negozi e supermercati biologici o di alimentazione naturale, oppure ordinarla online direttamente sul sito del produttore o su altri siti di vendita online (come shop.ivegan.it oppure www.tibiona.it).

Ingredienti per 3 persone:
300 g linguine (o spaghetti) di grano duro bio (meglio se Senatore Cappelli)
120 g pizzottera affumicata Muscolo di Grano (in alternativa seitan affumicato)
1 cipolla rossa medio/piccola
150 g latte di soia al naturale
150 g panna d’avena
20 g farina di ceci
1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie
una punta di cucchiaino di curcuma (se volete un sugo più giallo aumentate la dose ma attenzione che non si senta troppo il gusto!)
olio EVO, 
pepe nero macinato al momento
prezzemolo fresco per guarnire (fac.)

Sciogliete la farina di ceci nel latte di soia, unite a curcuma e fate riposare. Nel frattempo in una padella capiente fate stufare la cipolla tritata con tre cucchiai d’olio e dopo qualche minuto unite la pizzottera (o, in mancanza, il seitan affumicato) tagliata a quadratini. Fate rosolare alcuni minuti poi unite il composto di farina di ceci, la panna d’avena e il lievito alimentare. Mescolate, cuocete un minuto e spegnete, dovrete ottenere una consistenza cremosa piuttosto densa (se vi sembra troppo densa unite eventualmente un altro po’ di latte di soia). Portate a ebollizione abbondante acqua salata e gettate le linguine (o gli spaghetti), cuocetele al dente, scolatele e versatele nella padella con il condimento, mescolate velocemente per amalgamare, aggiungete una spruzzata di pepe nero e servite decorando, se vi piace, con un po’ di prezzemolo fresco tritato direttamente sui piatti.

Torretta di zucca Butternut e broccoletti

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La zucca Butternut è una varietà di zucca piuttosto facile da trovare in commercio anche se meno conosciuta della classica Delica. Io la apprezzo molto per il sapore dolce e leggermente “nocciolato”, la consistenza compatta e non acquosa ma soprattutto per il IMG_4530fatto che è tenera e molto facile da tagliare! Ha una forma allungata simile ad una pera, i semi sono concentrati nella parte arrotondata inferiore per cui tutta la parte lunga si può facilmente tagliare a rondelle o dischi e sfruttare per ricettine sfiziose. Come ad esempio questa che vi propongo, molto semplice e con pochissimi ingredienti ma sicuramente d’effetto, ottima per un antipasto.
PS: se non trovate la zucca Butternut va bene anche la Violina che ha una forma molto simile ma la buccia rugosa, l’importante è che abbia un “collo” piuttosto lungo. E’ possibile personalizzare la ricetta aggiungendo erbe aromatiche e spezie a piacere, ma vi consiglio di provarla prima così per poter apprezzare al meglio il connubio secondo me ottimo tra zucca e broccoli che non ha bisogno di troppi condimenti.

Ingredienti per 3/4 torrette:IMG_6031
1 zucca Butternut col “collo” lungo (dovrete ricavare 9/12 dischi o rondelle)
300 g broccoletti verdi
1 scalogno
olio EVO, sale alle erbe
noce moscata

Lavate bene la zucca e dalla parte allungata e priva di semi ricavate 12 dischi spessi circa 1 cm (se la vostra zucca non è abbastanza lunga ricavatene almeno 9 in modo da ottenere almeno 3 torrette, in questo caso vi avanzerà un po’ di purè di broccoletti con cui potrete fare delle quenelle decorative. La parte inferiore della zucca potete usarla per altre preparazioni come zuppe e vellutate). Senza togliere la buccia (si toglie più facilmente dopo la cottura) disponete i dischi ottenuti su una teglia ricoperta di carta forno, ungeteli d’olio con un pennello da cucina e cospargeteli con sale alle erbe da entrambi i lati. Infornate a 200 gradi per 15/20 minuti fin quando sono teneri ma non bruciacchiati, poi lasciateli intiepidire e con delicatezza eliminate la buccia facendo attenzione a non romperli. Dividete i broccoletti in piccole cime e cuoceteli al vapore anche in questo caso fin quando diventano morbidi ma non sfatti, poi fate imbiondire lo scalogno tritato in una padella con un paio di cucchiai d’olio, unite i broccoletti e fateli insaporire qualche minuto. Lasciate da parte 4 piccole cime che serviranno per la decorazione e frullate tutto con un mixer aggiustando di sale e noce moscata e unendo eventualmente uno o due cucciai d’acqua per facilitare l’operazione.
Assemblate le torrette: su una teglia ricoperta di carta forno disponete un disco di zucca, poi uno strato uniforme di purè di broccoletti (spesso circa un cm) poi un altro disco di zucca, poi ancora broccoletti e zucca. Ripetete l’operazione per 4 torrette (o 3 se avete solo 9 dischi anziché 12). Disponete sopra ciascuna torretta una cima di broccolo e infornate a 180 gradi per 5 minuti, giusto il tempo di scaldare bene tutto.
Potete preparare le torrette anche con largo anticipo, lasciarle nella teglia e scaldarle solo al momento di servirle.

Insalata tiepida di cavolo cappuccio e tofu affumicato all’arancia

IMG_6008Dopo le “fatiche” del libro e relative presentazioni/promozioni (vedi questo post in proposito), mi sono goduta un po’ di meritato riposo approfittando delle vacanze natalizie. Non ho però mai smesso di cucinare e, soprattutto, sperimentare! Considerando che d’inverno le arance le metterei ovunque, soprattutto nelle insalate (provate ad esempio finocchi, arance e origano oppure radicchio, arance e cipollotti), stavolta ho voluto provarne una un po’ insolita, non cruda ma cotta.

Ingredienti per due persone:
100 g tofu affumicato
1 arancia piccola bio
1 cucchiaio di tamari (salsa di soia dal gusto deciso)
2 cucchiai d’olio EVO
200 g cavolo cappuccio 
1 scalogno
una manciata di semi misti tostati (zucca, girasole, lino, sesamo)

Grattugiate la buccia dell’arancia, poi tagliatela a metà e spremetene il succo. Tagliate il tofu a dadini piccoli e fatelo marinare per almeno un’ora con la buccia e il succo d’arancia, il tamari e un cucchiaio d’olio.
Trascorso il tempo di marinatura tritate lo scalogno e fatelo rosolare in padella insieme all’altro cucchiaio d’olio e ad una presa di sale. Poi unite il cavolo cappuccio tagliato a listarelle sottili, mescolatelo e fatelo stufare coperto per 5 minuti circa o comunque fin quando si ammorbidisce pur restando croccantino. A questo punto versate il tofu con tutta la sua marinatura e fate cuocere a fuoco vivace fin quando tutto il liquido si sarà asciugato. Cospargete di semi tostati a piacere, guarnite con fettine d’arancia e servite tiepido come antipasto, secondo o contorno.

Cestini di pasta brisé con paté di lenticchie alla curcuma, verza e pomodorini secchi

cestini nataliziDi solito la gente durante le feste cucina tantissimo… be’, io invece mi riposo 🙂 Per Natale sono stata invitata (ho preparato e portato solo un’insalata russa, un secondo veg alternativo e dei dolcetti) e per Capodanno… relax assoluto: cenetta semplicissima (ma romantica) in due e brindisi di mezzanotte con una tazza fumante di camomilla! 😀 Vorrei però condividere la ricetta di questo antipastino molto sfizioso che va bene non solo per le feste ma per tutte le occasioni. L’idea dei “cestini” di pasta brisé è dello chef Gennaro di Uscio&Bottega, con il quale ho tenuto a fine novembre un interessante corso di cucina a tema natalizio. Al corso li avevamo riempiti con verdurine varie stufate in padella, in questo caso invece li ho farciti con un paté di lenticchie verdi alla curcuma (una delle mie spezie preferite) e arricchiti con verza e pomodorini secchi siciliani, dolci e morbidi 🙂

Ingredienti per 7/8 cestiniIMG_5982
Per la brisé:
100 g farina tipo 0
100 g farina integrale
60 g olio EVO
60 g acqua
5 g sale
Per il paté
200 g lenticchie verdi grandi
3 pomodorini secchi sott’olio (6 pezzi visto che ogni pezzo è mezzo pomodorino)
2 scalogni
1 foglia d’alloro
1 manciata abbondante di prezzemolo fresco
1 cucchiaino raso di curcuma in polvere

olio EVO, sale q.b.
Per guarnire:
200 g foglie di verza (private della costola centrale più grossa e dura)
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai d’olio EVO
sale alle erbe, maggiorana secca, pomodorini secchi sott’olio, pepe nero (fac.) 

Preparate la brisé mescolando in una ciotola le due farine e il sale, versate l’olio e iniziate ad impastare con le mani, poi l’acqua continuando ad impastare fino ad ottenere IMG_5986un impasto morbido e omogeneo. Stendetelo piuttosto sottile con un mattarello e con un coppapasta ricavatene 7 o 8 dischi, dipende dalla grandezza dei pirottini che utilizzerete per i cestini. Capovolgete i pirottini di alluminio (quelli per muffin) e spennellateli leggermente d’olio, posizionate sopra il disco di brisè facendolo aderire bene anche ai bordi (altrimenti in forno rischia di aprirsi) . Bucherellate la parte superiore con una forchetta e infornate a 180 gradi per 20/25 minuti.
Nel frattempo preparate il ripieno: fate soffriggere in un paio di cucchiai d’olio lo scalogno tritato, i pomodorini tagliati a pezzetti, la foglia di alloro e il prezzemolo, poi unite le lenticchie sciacquate e ben scolate (di solito non c’è bisogno di ammollo preventivo, ma controllate sulla confezione). Fate insaporire per un minuto mescolando e poi versate 700 ml circa d’acqua. Coprite e lasciate sobbollire fin quando le lenticchie saranno ben cotte e l’acqua completamente asciugata. Poi eliminate la foglia di alloro e frullate tutto il resto insieme alla curcuma aggiustando di sale, dovrete ottenere un paté cremoso ma ben compatto.
Tagliate la verza a striscioline sottilissime e stufatele in padella con l’olio, lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima e una spruzzata di sale alle erbe. Quando si sarà ammorbidita spolverate di maggiorana secca e pepe nero macinato al momento.
Farcite i cestini riempiendoli fino all’orlo col paté di lenticchie, completate con la verza stufata e mezzo pomodorino. Servite appena tiepido.

Latte di nocciole

IMG_5980Finora pensavo che il latte vegetale più buono in assoluto fosse quello di mandorle… ebbene devo ricredermi, è quello di nocciole! Se già quello di mandorle puro al naturale non è facile da trovare in commercio e in ogni caso non è certo economico, idem e ancora peggio quello di nocciole! Produrre queste ottime bevande in casa, tra l’altro perfette per la colazione, è invece molto più economico e soprattutto veramente facile e veloce. Per la ricetta del latte di mandorle vedi qui, quella del latte di nocciole, eccola.
PS: provate anche a mischiare mandorle e nocciole insieme: ad esempio 100 g di mandorle, 100 g di nocciole e 900 g d’acqua 😉

Ingredienti:
200 g nocciole sgusciate (non tostate)
900 g acqua

Frullate le nocciole con metà dell’acqua fino a ridurle in crema. Lasciate riposare per alcune ore, anche tutta la notte. L’indomani ponete la crema in un canovaccio pulito disposto su una ciotola capiente, e strizzatelo bene con le mani per far uscire tutto il liquido. Rimettete la parte solida rimasta dentro al canovaccio nel mixer o frullatore e rifrullatela insieme all’acqua rimasta. Lasciate riposare se volete un’altra mezz’ora (ma non è necessario), rimettete nel canovaccio e ristrizzate il più possibile per far uscire tutto il latte unendolo a quello di prima spremitura. Dolcificate a piacere con sciroppo d’agave e, se volete, arricchite con cacao o carruba in polvere.
Con l’okara rimasta (ovvero la parte solida e asciutta) potete preparare dei tartufini crudisti frullandoli insieme a datteri o uvette, unirla agli impasti per torte e crostate o farne un ottimo “grana veg” insieme ad un po’ di sale e di lievito alimentare in scaglie.

Polpettone di legumi ripieno in crosta

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Il Natale si avvicina e per molti sale l’ansia su cosa portare in tavola per i pranzi e cenoni delle feste… ecco questa è un’idea per un ottimo secondo piatto che vi farà fare un figurone! Mi rendo conto che gli ingredienti non sono pochi e che la preparazione non è certo velocissima ma, almeno per le feste, è bello dedicare un po’ più di tempo e di energie alla cucina.

IMG_5905Ingredienti per un polpettone grande (circa 20 fette):
300 g lenticchie cotte
240 g ceci cotti
240 g fagioli borlotti cotti
100 g mais dolce
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 cucchiaio di senape delicata
40 g farina di ceci
50 g farina di mais fioretto
1 cucchiaino di paprika dolce
erbe aromatiche secche (rosmarino, origano, maggiorana, timo, salvia)
sale alle erbe
1/2 cipolla (70 g circa)
1 manciata di prezzemolo fresco tritato
2 carote
500 g spinaci freschi
Per la crosta di pasta brisé:
300 g farina T2 (semintegrale) o in alternativa metà farina 0 e metà farina integrale
90 g acqua
90 g olio EVO
7 g sale
30 g semi di lino (o di sesamo o di girasole)

Frullate i legumi ben scolati insieme al concentrato di pomodoro e alla senape. Dovrete ottenere una crema morbida e omogenea alla quale aggiungerete la paprika, le erbe, il prezzemolo e la cipolla finemente tritata e fatta stufare pochi minuti in padella con un cucchiaio d’olio. Unite la farina di ceci e la farina di mais, assaggiate e regolate di sale, meglio se alle erbe. Lasciate riposare e compattare per circa un’ora in frigo.
Nel frattempo pelate le carote e cuocetele a vapore finché saranno morbide. Sciacquate gli  spinaci e metteteli a cuocere in una pentola alta senza acqua (con solo l’acqua che resta dal risciacquo). Appena sono cotti scolateli, strizzateli molto bene e conditeli con un pizzico di sale e un filo d’olio.
Preparate la pasta brisé mescolando in una ciotola la farina col sale e con i semi. Versate sopra prima l’olio e poi l’acqua impastando con le mani fino a formare un impasto morbido IMG_5799e omogeneo. Stendete la pasta brisé piuttosto sottile con un mattarello su un foglio di carta forno e posizionate il tutto sulla leccarda del forno. Disponete al centro del disco di brisè metà dell’impasto di legumi a forma di polpettone allungato, con le dita scavate un piccolo incavo per lungo dove disporrete uno strato di spinaci, le carote intere (tagliando via le parti che eccedono) e poi un altro strato di spinaci. Coprite con l’impasto di legumi rimasto e sagomate il polpettone. Chiudete la pasta brisè sopra il polpettone e con i ritagli avanzati create delle formine da applicare sopra per decoro (inumidendole alla base e premendole leggermente per farle aderire bene). Infornate a 200 gradi per circa 30 minuti o fin quando la crosta diventerà leggermente dorata. Lasciate raffreddare una mezz’oretta prima di tagliare.

Varianti: Potete usare i legumi che più vi piacciono in proporzione variabile, l’importante è che da cotti abbiano lo stesso peso indicato nella ricetta. Anche le erbe aromatiche possono essere variate a piacere, secche o fresche, io vi suggerisco di non far mancare in ogni caso origano e rosmarino. Infine, se volete semplificare, potete omettere il ripieno di carote e spinaci oppure omettere la copertura di pasta brisé e infornare il polpettone “nudo” spennellandolo con un po’ d’olio (in questo caso la ricetta diventa senza glutine), ma io sono del parere che almeno una volta all’anno, per Natale, le cose bisogna farle come si deve 😉